rinunciare alla guerra

In questo campo della rinuncia mi chiedo e mi domando con tutta sincerità se qualcuno vuole rinunciare alla guerra, questa mi sembra una cosa sensata; mi chiedo se qualcuno vuole rinunciare alla violenza sulla natura che provoca i disastri che abbiamo visto in questi giorni e che continueremo a vedere sempre con più frequenza nel futuro. Mi chiedo se qualcuno vuole rinunciare a cercare una ricchezza spropositata che diventa ingiustizia per qualcuno di questo mondo. E posso continuare su questa strada. Chi sono e a che cosa dobbiamo rinunciare per costruire un mondo diverso e più umano? Forse il primo che deve rinunciare ad un sacco di cose per rendere il mondo più bello sono. Ma sono certo che non appartiene solo a me questa arte della rinuncia. I grandi del mondo ci assicurano guerre veloci, economie in pieno sviluppo. Poi le guerre si allungano negli anni e le economie sono il profitto solo di qualcuno. Abbiamo tutti avviato un processo di grande produzione che ha fatto diventare la terra. il mare, il cielo e tutto il resto un qualcosa che non sappiamo come fermare. Anzi, ho sbagliato a scrivere: non è che non riusciamo più a fermare, forse un po’ non sappiamo come fermare, un po’ non vogliamo fermare, perché fermare questo processo è anche un rinunciare a qualcosa che ormai ci appartiene e di cui non vogliamo fare a meno.  Ci stiamo illudendo che riusciamo, grazie alla tecnologia, alla intelligenza artificiale a governare il tutto e magari sistemare il tutto. Non nego che è possibile, ma credo  che anche qui a qualcosa dobbiamo rinunciare se vogliamo venire a capo di questo caos. Sì, una rinuncia per sistemare questo mondo è necessaria.  Poi possiamo discutere su che cosa dobbiamo rinunciare. Certo non possono rinunciare solo alcuni e non possiamo fare rinunce che alla fine aggravano la situazione dei più poveri