Voglio parlare della rinuncia alla reciprocità e per fare questo uso le parole e le immagini di un profeta della Bibbia. Dedicherò più riflessioni a questa questione perché la voglio spiegare al meglio che posso. Dico subito che qui non si tratta di pensare e di ragionare ad una rinuncia di amicizia, di progettualità o di altro simile perché le due parti in causa non convergono su questa cosa, perché sono distanti e allora uno dei due rinuncia. Quello che voglio mettere in evidenza è qualcosa di opposto, dove la rinuncia alla reciprocità non è una rinuncia come segno di abdicazione, di una bandiera bianca, ma è segno di un modo non reciproco di costruire relazioni. Ho detto che prendo a prestito il profeta Osea per queste riflessioni. E parto da un pensiero che ho trovato e che in un certo senso è come fulminante: L’amore è considerato perfetto se esiste su entrambi i lati: sul lato del giudizio e sul lato opposto della misericordia (Zohar, n.201) interessante come per avere un amore perfetto serve giudizio, che io interpreto come verità e non giudizio di condanna e misericordia. Le due parole devono stare insieme. ma che cosa c’entra la rinuncia alla reciprocità con tutto questo? e qui ci viene in soccorso Osea, questo cantore dell’amore di Dio per il suo popolo. È così forte questo canto d’amore per il suo popolo che il profeta prova ad immaginare tutte le possibili formule e soluzioni per ricondurre quel popolo alla vera libertà che aveva perso donandosi agli idoli. Ma questo popolo sembra non voler accettare questa logica del Signore amante del suo popolo, sembra voler continuare per la sua strada. Il principio di reciprocità che noi conosciamo a questo punto della vicenda poteva essere applicato così: io, Dio, ho provato in tutti i modi di farti comprendere cosa vuol dire tornare a me, ma tu, popolo, non capisci questa cosa e allora io ti lascio andare, ti lascio vivere la tua libertà; oppure, l’altro versante della reciprocità dice visto che tu non capisci io ti lascio e te la faccio pagare per questa tua incapacità di comprendere e di ascoltare la mia parola. Ma qui nasce quella grandiosa formula di rinuncia a questo tipo di reciprocità: abbandono la pretesa che tu mi ascolti, rischio la tua libertà e applico un’altra formula di reciprocità: quella del giudizio e della misericordia. Certo che Osea non nega la verità di un popolo che ha abbandonato Dio, ma riscostruisce la reciprocità usando la misericordia, abbandona la reciprocità della pretesa entra nella reciprocità dell’amore e del perdono