Mi arriva questa foto della luna piena. La foto è stata scattata venerdì sera durante la via crucis a San Piro. È la luna piena. Penso alla pasqua. E penso a come si calcola il giorno di Pasqua. La data cade la domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera, che si verifica solitamente il 20 o il 21 marzo. Plenilunio è luna piena. A riguardo della luna piena e della pasqua posso prendere un bel po’ di parole. Alla fine scelgo r come ri-conoscere. Molto semplice, perché per rinascere devo ri-conoscere in modo nuovo il mondo, la realtà, le persone, Dio stesso. Quella luna piena su a San Piro è un invito non solo a rinascere, ma a tornare a ri-conoscere volti e storie di uomini e donne in maniera nuova. Credo che abbiamo bisogno di tornare a comprendere l’umanità e il mondo non in maniera nuova nel senso di un qualcosa che nasce dal nulla, che è scoperta dal niente. Dobbiamo tornare a ri-conoscere quello che siamo da sempre: umanità che è chiamata a costruire il senso dell’umano. Non c’è niente di nuovo in questo, perché l’umanità e il senso dell’umano esiste da sempre, ma c’è tutto di nuovo da ri-conoscere perché oggi abbiamo smarrito il senso antico dell’umanità che costruisce percorsi di fraternità. Lo abbiamo rappresentato, scritto proclamato in tutte le stazioni di tutte le via crucis nel mondo intero: dobbiamo arrivare ad un ri-conoscere l’umanità come spazio di convivenza fraterna. Potente l’immagine delle due donne russe e ucraine che portano per un tratto la croce della via crucis del Colosseo. Potremo discutere fino allo sfinimento per capire se era giusto o no questo gesto. Ma sono certo di una cosa. Se volgiamo la pace dobbiamo tornare a portare tutti insieme la croce di tanti che soffrono, dobbiamo tornare a riconoscere il volto dell’altro come volto che porta la mia stessa fatica, dobbiamo ri-conoscere nel volto dell’altro l’immagine di Dio, perché così siamo stati creati: ad immagine e somiglianza sua.