quando le parole

di | 12 Dicembre 2023

Quando le parole sono vere, sono giuste, sono di un’entità che va ben oltre ogni luogo comune e dicono una profezia per il tempo presente con uno sguardo sul futuro? Bella domanda! Oggi tutti ci atteggiamo a conoscitori di parole vere, di parole autentiche, magari un po’ profetiche. Tutti diventiamo un po’ profeti e ci atteggiamo a persone che sanno, conoscono tutto di tutto. Siamo un po’ tutti dei tuttologi. Mi siedo a tavola e si finisce col parlare di migranti. Sento dei numeri assurdi, milioni di migranti. Sento di un’invasione e di una legge fatta da altri che lascia passare tutti. Invece quelli di adesso hanno sistemato tutto. Si cambia argomento e si passa alla giustizia e ancora, meno male che quelli di adesso stanno sistemando tutto. E poi il lavoro e via dicendo. Nel tempo di un pranzo tutte la questioni del mondo, compresa la guerra vengono risolte così: quelli di prima hanno sbagliato tutto, quelli che governano adesso stanno cercando di riparare tutti i danni fatti da quelli di prima. Tento una timida risposta, di solito sono battagliero su questi argomenti, soprattutto a tavola. Ma non ne ho voglia. Esco e mi fumo la pipa. Mi domando se non ne ho voglia perché tanto non cambia niente, oppure perché non ne ho proprio voglia. diciamo che la vedo così per questa volta. Li vedevo troppo profeti, troppo con parole uniche, certe. Li vedevo proprio così: noi siamo la certezza e quelli di adesso sono quelli che hanno in mano la profezia del futuro. e allora non me la sentivo di rispondere. Ho osato solo una parola: sono rientrato e ho detto: viva l’Italia antifascista. Mi hanno guardato tutti e mi hanno detto, ma sei comunista? risposta sì. e loro: ma un prete non può essere comunista. Esco dalla stanza. Fuori ho aspettato un attimo per vedere se arrivava la digos e visto che non arrivava nessuno me ne sono andato. Neanche questa soddisfazione. Eppure questi personaggi che dicono che adesso ci sono loro e stanno sistemando tutto quello che quelli di prima hanno rovinato, mi sa che dalla maggior parte della gente sono pensati come i profeti dell’oggi, coloro che cambieranno il mondo. Paolo de Benedetti, teologo e biblista così scrive parlando di Elia profeta: “Non ci sono più profeti? Non possiamo dirlo; l’importante è distinguere i falsi dai veri profeti, e questo vale per tutte le epoche. Forse l’elemento fondamentale per distinguerli è questo: il falso profeta si sente profeta e il vero profeta non si sente profeta” ecco non mi sento profeta, ma sento che posso gridare viva l’Italia antifascista.

2 pensieri su “quando le parole

  1. Renzo

    Sento la necessità di persone giuste, non profeti che dicono “ora faccio io le cose giuste”. Quando toglieremo l’io e rimetteremo il noi?

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