programmazione

di | 15 Giugno 2020

Dopo una settimana dedicata alla madre terra torniamo a cose più intime. Per intime io non intendo intimistiche ma che hanno a che fare con il mondo interiore di ciascuno di noi. Mi sono trovato a dialogare con una ragazza che ha in testa i suoi sogni e ha programmato la sua vita per raggiungere questi suoi traguardi. è pienamente determinata a raggiungere tutto quello che ha programmato e sognato. A parte il fatto dell’età che ci separa e che ci fa vedere la vita e i sogni in modo diverso, con due generazione di mezzo e un mondo che ha criteri e modalità completamente non solo diverse, ma oserei dire opposte. A parte anche il fatto che si tratta di sogni diversi per idealità e modalità, a parte tutto questo è bello confrontarsi sui sogni. La cosa che più mi ha colpito è stata la determinazione di questa persona a progettare la sua vita. Un’idea, un sogno e il progetto per arrivarci ad ogni costo. Lascio a questa persona tutta l’esuberanza giovanile che permette di sognare in grande, sognare l’America, il sogno americano e non sarò certo io a smontare questo sogno, sarà sicuramente la vita a rimettere tutto in ordine.  Ho pensato al mio mondo interiore e mi sono reso conto che il mio percorso è molto diverso, soprattutto in questi ultimi anni. Amo curare il mio mondo interiore, perché so che se curo questo sono in grado di determinare meglio la mia vita. È la pace interiore che cerco, non la programmazione della vita. È la capacità di stare con me stesso che mi permette di stare anche nelle fatiche. Credo che questa capacità di stare con me stesso è la cura dell’anima, della spiritualità. Per spiritualità e anima non intendo un principio celestiale fuori di me, quasi una forma di spiritualismo interiore staccato dal corpo. Intendo invece tutto quel mondo interiore che mette in movimento i miei desideri, i miei sogni, il mio corpo, le mie scelte. Non soltanto mette in movimento, ma orienta la mia vita verso scelte di bene. Ecco perché devo curare questo mondo interiore, magari dimenticando di programmare tutto. So che è molto difficile, sono incostante, non sempre preciso, ma so che questo è come la mia sfida quotidiana. Non ho più bisogno di grandi sogni, ho bisogno di fedeltà alle cose, alle persone, alla vita. Forse è proprio questo che la vita, gli anni, le storie ci insegnano. Credo che se questa interiorità è forte e curata insegna a tutti una cosa importante. La vita è un dono, ci regala cose buone e cose meno buone. La prima cosa da fare è quella non di resistere alla vita, ma di afferrare i doni che essa ci regala. Certo afferrare non vuol dire prendere tutto senza riflettere su quello che succede. La vita ci dona, ma a noi il compito di vagliare tutto quello che la vita ci mette di fronte per poi agire. Rimane sempre il problema che se non curiamo il mondo interiore noi ci facciamo prendere dalle emozioni e tutto quello che la vita ci dona quando non è passato al il vaglio del cuore e della ragione alla fine decidiamo per istinto, ed in genere sbagliamo. Questo di oggi vuole essere solo un introduzione a una serie di riflessioni sul mondo interiore e sulla capacità di decidere. E grazie a chi mi ha lanciato l’idea, perché sognatrice e programmatrice della sua vita. Ma la vita non è solo un programma, è generalmente un imprevisto.

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