Mi sono fatto un semplice giro nell’orto. Ho visto e ho sognato per un attimo cose nuove. Un nuovo pezzo di orto. Un nuovo spazio per le erbe aromatiche. Nuove piante da frutto. Magari qualche animale, là in fondo alla piana dell’orto, tanto non danno fastidio a nessuno. Intanto che cammino da solo posso anche sognare. La profezia è un sogno? A volte si. Pensiamo ai grandi cantici dei grandi profeti dove si sogna la pace universale, la venuta del messia, dove si immagina Gerusalemme centro del mondo a cui tutti i popoli affluiranno. Pensate ai grandi racconti dell’ Odissea, dell’Iliade, e perché no anche della divina commedia. Non hanno un tono anche da sognatore? Pensate a tutto quel movimento di giovani che è stato il nostro 68. Non portava con sé una carica di idealità e di sogno? Oppure in un’altra epoca e in un altro modo non è carica di sogno ideale tutto il movimento giovanile che si batte per l’ambiente e che si chiama Fridays for Future? E allora per un attimo lasciatemi sognare il mio futuro orto. La profezia fa una cosa molto semplice: non frena i sogni, anzi li vuole portare a compimento. Ma per fare questo ti chiede di misurare il sogno con la realtà. La profezia dice: fai i conti con la realtà. Faccio solo un esempio: sogniamo una nuova epoca della cristianità? Ebbene la profezia ti chiede di fare i conti con la realtà e di incominciare a renderti conto che questa chiesa così come è fatta non ha futuro. La profezia prende atto del presente e rilancia sul futuro. Questo tempo della chiesa con i suoi riti, con le sue norme, con i suoi precetti non sta più in piedi. La profezia chiede il coraggio non del sogno soltanto, ma del realismo che prende atto che un tempo sta finendo. Sognare un futuro ricostruendolo uguale al passato non ha senso. Sognare il futuro dentro una prospettiva reale e realistica che non esiste più questo modo di essere chiesa è essere profetici. Rientro in casa, penso al mio orto, certo che lo vorrei più grande, più bello, ma la profezia realistica mi rimanda alla chiarezza della realtà. Come prima cosa: partendo dal dato di realtà sei in grado di costruire e di mantenere tutto quello che hai in mente? Seconda cosa. Qui il ragionamento si fa più sottile. Io mi dico: se l’orto è più grande produco di più e con il guadagno fatto posso fare altro. La profezia realista mi dice: stai attento a non entrare nella logica del profitto per il profitto, perché questa è la grande tentazione di chi diventa grande, il profitto non condiviso
Anche perché produrresti più lavoro ma forse non più profitto. E il lavoro diventa schiavitù quando assorbe più risorse di quelle che produce.