Così cantano gli stadio in una canzone che si intitola: parole nel vento. “Parole nel vento un lampo un momento Un sogno di gloria, la nostra vittoria. Su questo mare piatto di una vita tranquilla, Che noi non cercavamo, ma che poi ci attorciglia.” Il 25 aprile è stato il giorno delle parole e tante sono state parole nel vento che ci attorcigliano e non ci lasciano una vita tranquilla. Mi hanno affascinato quelle di Mattarella, semplici, chiare, che sanno mettere in evidenza quello che è importante. Un po’ meno le parole degli altri. Meno ancora le parole scritte nella lettera al corriere e con una presenza di 10 minuti all’altare della patria e poi una sparizione totale. Non ho trovato grandi parole della chiesa. Basta uno sguardo al sito della CEI, dove si trova un post sulla Giornata dell’Università Cattolica, il 23 aprile, e la presentazione del lancio della nuova Campagna dell’otto per mille, il 27 aprile. In mezzo niente. Meglio non sbilanciarsi troppo. Io mi sbilancio e dico che credo nelle parole lette da Mattarella e che ricordano un discorso di Pietro Calamandrei: «“Se volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”. Per inciso Pietro Calamandrei è stato uno dei padri costituenti. Ma il tema vero di oggi è quello delle parole al vento, quelle che attorcigliano, quelle non vere, quelle che alla fine ti prendono e pensi che tutto è bel chiaro. In realtà non c’è niente di chiaro. Le parole devono essere precise, belle, devono costruire bene un discorso; le parole belle non hanno bisogno di smentite; le parole vere non hanno bisogno di spiegazioni e contro spiegazioni. Ho quasi l’impressione che la massa di parole che ci arrivano addosso ci vogliono convincere in una maniera simpatica che tutto quello che sta succedendo alla fine è cosa buona e bella. la guerra? una cosa necessaria… Non credo a queste parole. Invece credo a queste semplici parole, parole brevi e chiare: ““Oggi onoriamo la Resistenza” senza retorica, senza polemica, con una chiarezza unica. Sapete chi le ha dette? Elly Schlein! Così tanto per usare parole chiare e belle.