parole lente

Ci vuole tempo per assimilare un fallimento. Non mi servono le strategie, le raccomandazioni, i rilanci, le parole che ci fanno ripensare al come superare il fallimento. Non mi servono riunioni programmatiche per rilanciare il futuro. Mi servono parole ascoltanti, parole semplici, parole che arrivano al cuore. Sento su di me tutti i miei fallimenti, anche gli ultimi, quelli di questi tempi faticosi. Ma non ho bisogno oggi di soluzioni. tutti mi dicono come ne uscirai, tutti hanno un loro consiglio. Tutto hanno la grande e definitiva risposta. Ma un fallimento non ha bisogno di tutto questo. Quando uno fa fallimento nella sua azienda ha bisogno di un sacco di tempo per ricominciare. E così è nella mia vita: inutile negarlo c’è stato un ulteriore fallimento e adesso che fare? tornare indietro e riconoscere che ho sbagliato nel pensare ad un certo tipo di vita per me e adattarmi a quanto la vita mi offre oggi? e così poi vivere della nostalgia e del risentimento? Mi servono parole lente, parole silenziose, parole che non hanno fretta. Ed invece tutto va di corsa e io devo uscire da questa situazione e non ho tempo. Ma un ulteriore fallimento oggi non chiede di essere risolto, ma prima di tutto amato. Non dovete lanciarmi soluzioni, ma ascoltare parole amare. Forse poi da qui nascerà qualcosa. Dicono tutti che il fallimento va assimilato coem ilcibo che mangiamo, ma io non ho più stomaco e testa e cuore per assimilare, rigetto il fallimento. Ho bisogno non di soluzioni, non di parole consolatorie, non di parole nuove, ma di parole silenziose, di parole lente, come è lento il mio fallimento