parole chiare

di | 9 Dicembre 2023

Per andare oltre l’imprevisto non serve solo un rilanciare nella fiducia la vita. Secondo me servono almeno altre due condizioni. La prima la definiscono così: parole chiare. Quando l’orto, le api, le piante da frutto non vanno bene, non funzionano come vorrei, ho bisogno di qualcuno che con parole chiare e brevi e semplici, mi spieghi che cosa è successo e mi regali parole risolutive del problema. Non mi servono le mille analisi, mi servono le piccole soluzioni. Oggi viviamo di grandi analisi, ma non sempre di altrettante parole che indicano la via per risolvere la questione. Tutti le considerazioni, tutte le immagini, tutte le analisi devono essere finalizzate a parole che indicano un compito, una missione, una via da percorrere. Avere oggi persone che profeticamente rilanciano il futuro, vuol dire anche avere persone che sanno utilizzare parole che risolvono la questione. Attenzione però: c’è un modo di offrire soluzioni e parole risolutive che sono solo parole e soluzioni autoritarie. È il classico: si fa così punto a basta. Questa può sembrare una parola risolutiva, in realtà è solo una parola autoritaria. Una legge non si impone così perché lo dico io, ma perché nasce dentro un cammino condiviso. E qui ecco la seconda condizione. Sono in grado di offrire percorsi comunitari di risoluzione del problema ad una sola condizione. l’uomo profetico che conosce parole di soluzione,deve essere uomo e figlio dell’uomo. Questa è un’espressione che sta nella parola sacra  e che dice che tale figlio dell’uomo è uomo di terra, uomo che conosce l’umano e l’umanità. Il figlio dell’uomo è figlio della terra fragile e forte come la terra, come noi, come tutti. Solo un uomo cosciente del suo limite, della sua forza e fragilità può offrire parole risolutive. Solo un uomo che sta dentro l’umano sa offrire parole nuove. Tutte le altre parole di tutto coloro che non sanno di terra e non stanno dentro l’umano sono solo parole autoritarie.

Un pensiero su “parole chiare

  1. Sabrina

    Chissà perché la soluzione nasce dagli uomini semplici, pastori, contadini, viaggiatori, operai, minatori, gente che il mondo l’ha davvero sentito sotto i propri piedi, e sulle sue mani, che sa riconoscere le stelle, le stagioni, le piante e gli animali, la polvere delle miniere e delle fabbriche che ne ha uccisi molti.
    Ormai l’uomo moderno vive la natura solo come svago, nel weekend e spesso dimentica che é solo la natura a portare la vita. C’è un ritorno alla semplicità nei nostri figli, che dobbiamo aiutare a portare avanti, perché noi adulti abbiamo sbagliato, ma loro i giovani hanno in mano il futuro e dobbiamo insegnare loro a coltivarlo, a prendersene cura, a sporcarsi le mani, a pulire, a coltivare semi e speranza come facevano i nostri nonni, da cui abbiamo imparato la pazienza, che abbiamo smesso di ascoltare, ma non dobbiamo smettere di raccontare e di ritrovare il loro senso della vita semplice.

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