Una parola profetica è quella parola che produce almeno due effetti. Il primo effetto è la denuncia di un’ingiustizia. Il profeta è colui che vede che c’è qualcosa che non funziona, vede che ci sono strutture, persone, e fatti nella storia che non sono giusti. E il profeta denuncia questa situazione. Vi lascio solo un esempio di questa ingiustizia. Sono parole del profeta Amos. «Ascoltate questo, voi che calpestate il povero e sterminate gli umili del paese, voi che dite: “Quando sarà passato il novilunio e si potrà vendere il grano? E il sabato, perché si possa smerciare il frumento, diminuendo l’efa e aumentando il siclo e usando bilance false, per comprare con denaro gli indigenti e il povero per un paio di sandali? Venderemo anche lo scarto del grano”». «In quel giorno – oracolo del Signore Dio – farò tramontare il sole a mezzogiorno e oscurerò la terra in pieno giorno! Cambierò le vostre feste in lutto e tutti i vostri canti in lamento. Questa è una denuncia chiara di un male. Il profeta parte da qui: da una denuncia. E poi arriva ad un annuncio. Fa come una proposta in positivo. L’annuncio è sempre una buona notizia. Così vuol dire la parola annuncio, vangelo. Il profeta porta un annuncio, un vangelo, una novità chiara che orienta la vita e la storia verso un futuro finalmente giusto e di pace. vediamo uno di questi annunci. È tratto dal libro del profeta Isaia: 7 Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero di lieti annunzi
che annunzia la pace,
messaggero di bene che annunzia la salvezza,
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».
8 Senti? Le tue sentinelle alzano la voce,
insieme gridano di gioia,
poiché vedono con gli occhi
il ritorno del Signore in Sion.
9 Prorompete insieme in canti di gioia,
rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
Forse dovremmo avere dei profeti così anche oggi. O forse ci sono e non vogliamo ascoltare il loro grido.