pace

Era ieri domenica. Ho fatto due passi qui a Rosciano, tra casa e  santuario. Non sono entrato nell’orto, ma ho semplicemente camminato, cercando di fermare l’attenzione su qualcosa. ma non mi riusciva. Sono rientrato in casa e mi sono messo a fare qualcosa. il gatto faraone era lì che dormiva, ogni tanto alzava la testa miagolava un po’, anzi faceva dei versi e poi tornava a dormire. Sono uscito di nuovo per cercare qualcosa che non riuscivo a identificare al meglio. Poi mi sono accorto che era solo silenzio. Che non c’era vento, che non girava gente, che tutto era quieto, profondamente in pace. Forse era quello che stavo cercando. Pace. Rosciano era in pace. Tranquilla. Oggi sono tornati i ragazzi e la pace è finita. Oggi è tutto un movimento, un correre. Ieri solo pace. Guardo le immagini del papa in Iraq. Un uomo di pace che invoca la pace. Un uomo che nella sua semplicità, ma nella sua grandezza, sfida i grandi, i potenti e chiede solo due cose: pace e fraternità. Ma nel chiedere queste due cose chiede di cambiare tutto: rapporti sociali, modello economico, politica, attenzione al creato. Perché oggi per fare la pace non basta la tranquillità di Rosciano, serve la forza pacifica e il coraggio della mitezza di Papa Francesco che cammina in mezzo alle città in rovina, in mezzo agli uomini che forse hanno perso la speranza. Invoco pace per tutti i ragazzi e i giovani incasinati. Invoco pace per tutte le donne. Invoco pace per tutti i genitori dei nostri figli. Invoco pace per tutti coloro che si amano. Invoco pace per tutti i malati. Invoco pace per tutti i poveri. Donami la pace mite, forte coraggiosa, non violenta di papa Francesco. Donami la non violenza del vangelo e dei grandi uomini e donne non violenti della storia.