Mi hanno separata dal giorno, ma non sono scomparsa, sono la tenebra e la notte. Se dico notte mi piace di più, fa parte della logica notte e giorno. Posso essere molto buia, ma non faccio così paura come la tenebra. Quando mi chiamano tenebra è perché vogliono evocare qualcosa che fa paura. Quando sono notte, l’uomo mi attraversa, quando sono tenebra l’uomo è terrorizzato. é di notte quando gli aerei carichi di tenebra, buttano il loro carico di morte e l’uomo che vede arrivare questo lampo di luce fugge, perché non è più notte, ma tenebra. Quando sono notte sono colei che veglia nell’attesa del mattino, quando sono tenebra non devo attendere niente. Nella parola sacra compaio un sacco di volte ed in genere sono notte e non tenebra. Poche volte la parola sacra da spazio al mio nome tenebra, in genere mi chiama notte. Di notte sono fonte di rivelazione, di visioni, di lampi di luce e di lunghe attese. Nella mia notte i grandi uomini e donne della parola sacra hanno cercato un mistero, pregando. Io la notte sono fonte di una ispirazione unica, io la notte sono la fonte dell’incontro tra il divino e l’umano. Quando sono la notte e non la tenebra riconosco che per le mie vie passa una sentinella, la gente chiede alla sentinella: quanto manca al giorno? sentinella quanto resta della notte. Mi piace questa sentinella che cammina nella mia notte, che scruta l’arrivo dell’alba, perché sa che quando arriva l’alba, io, la notte me ne vado e lascio posto al sole, alla luce. E allora la sentinella quando io me ne vado, va a riposare, ma sa bene la sentinella, che tornerò presto. Amo essere attraversata da una sentinella che veglia, la lascio fare, perché so che custodisce la città, perché sta attenta che il nemico non prenda il sopravvento. E sono contenta quando arriva il giorno e la sentinella se ne va a riposare. Ultimamente mi sento più tenebra e meno notte. Mi guardo in giro e non vedo quasi più sentinelle, vedo solo mamme che stringono i loro bambini che hanno paura dei rumori infernali della notte. Vedo solo rovine fredde e gelate, vedo solo rincorse di uomini e donne che sono in fuga da una notte che non è più notte, ma tenebra. Vi svelo un segreto: io che sono la notte ho paura che la tenebra prenda il sopravvento su di me. Cari umani vi chiedo un favore: rimettete le sentinelle che vegliano sul popolo e che ascoltano ancora quella della domanda: sentinella quanto resta ancora della notte? Sono io la notte che ve lo chiedo, rimettete sentinelle dell’umano sulle strade del mondo.