Questa questione dell’arca e un messaggio che ho ricevuto da un amico mi rimanda in qualche modo al grande costruttore dell’arca, il patriarca Noè. Sono proprio io, Noè, architetto di un’opera strana. Non sono un desainer , non sono nemmeno architetto, per chi mi conosce fino all’impresa dell’arca ero semplice pastore e padre di famiglia. Terminata la costruzione dell’arca ero così felice che un po’ mi sono lasciato andare in una grande festa e alla fine ero un po’ brillo. E i miei figli presi da giusta pietà mi coprirono e mi lasciarono solo per un attimo. E questo dice che io sono un semplice uomo. Per chi ricerca incarichi, per chi ricerca ruoli, io dico: sono un semplice uomo. Non credo a tutte quelle sovrastrutture che voi avete creato: laici, fedeli, clero, credenti e praticanti, al massimo credo che possiamo distinguerci per come viviamo e per le scelte che operiamo. Sono un semplice uomo. Ritengo che tutti possiamo diventare costruttori di arche e sognatori di arcobaleni, non ci vuole una specializzazione, un master ad Harward. Ritengo invece che da uomini dobbiamo essere innamorati della terra, del creato, dell’umano. Solo in questo modo si può capire che arriva un diluvio, solo in questo modo si può diventare costruttori di arche e sognatori di arcobaleni. Ritengo che anche oggi, in questo tempo così confuso ci sono padri e madri di famiglia che vogliono custodire i figli in quell’arca che è la loro casa. Ritengo che ci sono ancora sognatori di arcobaleni, costruttori di arche. Sono convinto che anche di questi tempi esistono uomini giusti che hanno il compito di salvare la terra, che hanno il compito di salvare l’amore, la speranza. E poi quando questi uomini hanno finito il loro compito ritornano ad essere semplici uomini. Io Noè, ho visto che a casa tua sono arrivati dei nuovi ragazzi ed uno ha detto siamo un piccola fraternità. È vera cosa. Magari ieri mi sono anche arrabbiato, come vorrei costruire una casa che è un arca di salvezza! Come vorrei sognare un arcobaleno. Dai vecchio Noè, insegnami questa arte, che io non ne sono capace, però lasciami semplicemente uomo.
L’ha detto Noé, lo dici tu stesso, non smettere di sognare arcobaleni, non smettere mai, nonostante sconfitte o prese in giro, a volte é solo un piccolo uomo a crederci, ma la costanza, l’impegno, la perseveranza, la luce che rimane accesa anche di notte a cercare uno spiraglio, e poi qualcuno che crede in Te, che non ti crede folle, che sa che a volte basta un piccolo sì, o un grandi sì, e tutto si può realizzare, così come succede in posti di guerra, dove associazioni montano e rimontano ospedali da campo, puliscono casa, chiese, moschee e luoghi di incontro dalle macerie per ricominciare giorno dopo giorno, fino all’ultimo respiro, fino all’ultima speranza, che poi ultima non é mai. Un abbraccio e buona giornata Don