Mi sono chiesto più volte da dove nasce una preghiera. Ciascuno qui può trovare e raccontare i suoi motivi. Io cerco di raccontare alcuni dei miei motivi che mi spingono a far nascere nel mio cuore quella che io cerco di definire preghiera. Ci sono degli aspetti che definiscono di tradizione. L’arte della preghiera mi è stata insegnata e tramandata dai miei genitori che avevano un loro modo di pregare che io non riuscivo a capire e quindi un po’ rifiutavo. Devo dire comunque che loro pregavano bene e con assiduità, hanno tentato di passarmi l’arte della loro preghiera, ma non ci sono riusciti. Mi hanno sicuramente lasciato dentro il desiderio della preghiera, quello sì. Poi ci sono stati gli anni del seminario e lì mi sono come buttato su tutto quanto mi sembrava buono per far nascere in me il desiderio della preghiera. E poi i primi anni di vita da prete. Pensavo di essere bravo a pregare e quindi avevo la grande pretesa di insegnare l’arte della preghiera. Non mi accorgevo che io pregavo poco e chiedevo agli altri di pregare molto. Oggi a che punto sono? Da dove nasce la mia preghiera? Provo ad usare un’immagine biblica per raccontare di questa cosa. Dice la parola sacra che il popolo in quel tempo era schiavo in Egitto e alzava grida al suo Dio perché potesse liberarlo. Il testo dice così: “Gli Israeliti gemettero per la loro schiavitù, alzarono grida di lamento e il loro grido dalla schiavitù salì a Dio. Allora Dio ascoltò il loro lamento, si ricordò della sua alleanza con Abramo e Giacobbe. Dio guardò la condizione degli Israeliti e se ne prese pensiero. Mi piacciono queste parole: gemettero, alzarono grida, Dio guardò, si ricordò, se ne prese pensiero. Mi piace pensare che un popolo schiavo e ridotto ad una condizione servile lancia il suo grido a Dio e Dio ascolta e interviene, se ne prende cura, fa qualcosa per quel popolo, lo libera. Interessante quello che fa Dio. Forse anche la mia preghiera oggi nasce da un’ invocazione, da un grido, da una richiesta di aiuto. È il mio modo di svegliare Dio: svegliati, fai qualcosa, fai il mestiere di Dio. Non è detto che alla fine Dio fa quello che voglio io. E non è detto nemmeno che si metta ad ascoltare tutto quello che io voglio che ascolti. So però una cosa: questa invocazione, questo grido è il mio piccolo atto di fede. La mia preghiera-piccolo atto di fede oggi nasce da un’ invocazione, da un grido: Dio non ti importa che siamo perduti? Se mancasse questa invocazione posso dire che ho perso anche Dio. Questa invocazione oggi mi tiene legato a Lui.
La preghiera, a me sembra di pregare così male… Eppure desidero che sia un incontro con il Signore, ritrovo spesso però a pregare, per chi te lo chiede, o per i propri cari, nel rosario cerco di tenere presente la pace, le vicende del mondo, se condo me è questione di ricordarmi che sto parlando con qualcuno. Quando mi sembra che dime antichi qualcuno o tanti.,metto la mano sul cellulare e dico sono tutti qui, Maria tu conosci i disegni di Dio su noi, guida i nostri passi e quelli dei nostri cari nelle vie di Dio.