misericordia

di | 19 Aprile 2020
picasso periodo blu

Oggi è la domenica della misericordia. Il fatto da cui parto è un dialogo al telefono con un prete sui pensieri mattutini. Questo prete mi chiede di parlare di Gesù, della chiesa e del mondo. Insomma, per lui, i pensieri mattutini sono troppo “laici” nel senso di poco religiosi. Io ho cercato di sostenere la discussione dicendo che in ogni elemento dell’umano incontro il Signore e che il Signore, secondo un principio filosofico imparato a scuola che si chiama circolo ermeneutico, da senso all’umano. Insomma l’umano e il divino si illuminano a vicenda. Non devo essere stato molto convincente perché ci siamo lasciati con il mio amico prete ciascuno con le rispettive convinzioni. Lui cercando di farmi capire che devo essere più attento all’insegnamento della fede e io con la mia convinzione di questa circolarità tra umano e divino. Tra parentesi: se il mio professore di teologia che mi ha insegnato questo principio leggesse queste righe mi rimanderebbe subito all’esame, perché il principio è ben più profondo e complesso.  Poi mi è venuta in soccorso la giornata di oggi: la domenica della misericordia, voluta tanti anni fa da Giovanni Paolo. Mi sento di affermare che la misericordia è l’incontro tra il cuore di Dio e la miseria umana. Il cuore di Dio che ama e la miseria di don Sandro. Non è forse divino e umano che si incontrano? Io che sono misero trovo forza nel cuore di Dio che mi ama.   Scrive Paolo 6° “Miseria mia, misericordia di Dio. Ch’io possa almeno ora onorare Chi Tu sei, il Dio d’infinita bontà, invocando, accettando, celebrando la Tua dolcissima misericordia”. Il mio umano è misero, non so fare molto, sono pieno di errori, che cosa da godimento alla mia miseria? la dolcissima misericordia di Dio Padre. Sant Agostino scrive nelle confessioni, la sua autobiografia:  “Qui affiora alla memoria la povera storia della mia vita, intessuta, per un verso, dall’ordito di singolari e innumerevoli benefici, derivanti da un’ineffabile bontà: è questa che spero potrò un giorno vedere ed ‘in eterno cantare’; e, per l’altro, attraversata da una trama di misere azioni, che si preferirebbe non ricordare, tanto sono manchevoli, imperfette, sbagliate, insipienti, ridicole”. Povera vita stentata, gretta, meschina, tanto tanto bisognosa di pazienza, di riparazione, d’infinita misericordia”. Miseria mia, misericordia di Dio. Sento che nella parola misericordia vi è come la sintesi tra la mia vita misera e il cuore amante di Dio. Umano e divino si incontrano.

Nb: se volete rispondere non scrivete don Sandro non abbatterti sei bravo o robe simili non cerco motivi consolatori, io mi sento misero, ma profondamente amato e questa convinzione non me la toglie nessuno. Io cammino nella vita non per i miei meriti ma perchè amato. scrivete invece di cosa è per voi l’umano e il divino, così posso dire al mio amico prete che non c’è bisogno di insegnare, ma di narrare e amare tutte le narrazioni delle donne e degli uomini.

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