Ci saranno altre lettere scritte dai giovani alla chiesa, intanto provo a fare un mio commento a tutto quanto ho letto di queste lettere. Anche io come tanti di voi mi sono come fatto un’idea e provo ad esprimerla in questo modo. È evidente la distanza che esiste tra le varie generazioni. Questo è dovuto anche solo ad un piccolo fatto: l’accelerazione che la vita e il mondo hanno avuto e che hanno contribuito a creare questo grande divario. Non sono un esperto di queste cose e magari dovrei approfondire un po’ di più la questione. Certo mi rendo conto che a volte viviamo come su due pianeti diversi che fanno fatica a trovare un incrocio di traiettoria e quando questo avviene rischia di essere anche conflittuale. Davvero difficile combinare idee e pensieri, progetti e modi di fare. Ma ci si può anche provare. Anzi si deve provare a rendere possibile l’incontro tra generazioni così diverse. Il tema vero secondo me non è semplicemente quello di cedere il passo e mettere il mondo in mano ai giovani mettendoci come in un angolo, ma il tema vero non è nemmeno quello di dichiarare che i giovani devono prendersi le loro responsabilità, ma non mollare mai su niente. Alla fine, consegno un mondo come lo voglio oppure mi ritiro ma non mi piace quello che le giovani generazioni fanno. Sto leggendo la questione dal mio punto di vista che è quello di uno che sta in una generazione che incomincia ad avere fatto il suo tempo. Qualcuno mi dice di lasciare e di godermi quello che ho fatto. Ritengo non soddisfacente tale proposta anche solo per un fatto: che alla fine anche se lascio continuerò sempre a dire la mia su tutto, magari con tanta nostalgia per tutto quello che ho fatto e che ora cambia. Sono convinto che i passaggi tra generazioni vanno fatti, ma non in questo modo. E allora come fare?
ogni frutto a suo tempo (nonostante le cure intensive). Così ogni età “dovrebbe avere” le sue priorità ed attenzioni, che non rinnegano il passato, non vincolano il futuro altrui, ma proseguono per la propria strada verso la completezza. A volte si rimane con lo sguardo rivolto dietro, rischiando di NON CRESCERE, NE’ MATURARE!