mi addentro

di | 25 Giugno 2024

Mi addentro allora in questo mondo della preghiera. Devo riconoscere che è come una grande traversata nel deserto, come un viaggio che in qualche modo è memoria di quanto ho vissuto e insieme slancio sul futuro. So bene che, se mi addentro in un luogo come il deserto, entro in un luogo inospitale. Così inospitale che ogni tanto c’è come bisogno di un’oasi per rinfrescarmi e dissetarmi. La preghiera è il deserto in cui cammino ogni giorno, anzi ci cammino da anni. L’oasi che ogni tanto incontro sono le consolazioni che ne derivano proprio dalla preghiera stessa. Quindi la preghiera è allo stesso tempo, deserto e consolazione. A volte è puro cammino nel deserto, altre volte è pura consolazione del cuore e della mente. In un deserto si va con poche cose. Cose essenziali. In quel deserto che è la preghiera si va con pochissime cose. Devo essere camminatore leggero. Descrivo così le cose che mi porto del cammino nel deserto della preghiera. Fino a qualche anno fa mi portavo dietro uno zaino carico di libri di preghiere, leggevo libri di preghiera, ma non pregavo, perché la preghiera nel deserto non è una buona lettura edificante. Fino a qualche anno fa mi portavo quaderni dove segnavo tutto quanto sembrava accadere nella mia preghiera e in generale nella mia vita spirituale. Fino a qualche anno fa mi portavo anche buoni ricambi di metodi e di guide. C’era il metodo per la preghiera comunitaria, poi c’era il metodo preghiera silenziosa e per finire il metodo preghiera davanti al Signore. Ma alla fine, proprio perché la preghiera è cammino nel deserto quando zaino caricavo di tutta questa roba mi appesantiva e basta e la ma preghiera oltre ad essere pesante, non faceva un passo in avanti, rimanevo come arido nel mezzo di quel deserto che era la mia preghiera. Oggi porto poche cose in questo viaggio nel deserto della preghiera. Porto una coperta per la notte e il freddo e chiamo questa coperta silenzio di preghiera, tanto silenzio di preghiera. Un viaggio nel deserto della preghiera nel silenzio. Porto cibo e acqua per il viaggio in misura sufficiente per un giorno. E questo cibo e bevanda è la parola sacra che leggo pezzo dopo pezzo, un pezzo al giorno perché è quanto basta. Porto un solo piccolo quaderno e ci scrivo sopra semplici note di come reagisce il cuore, il corpo e la mente al cammino nel deserto della preghiera. Tutto qua e tutto questo basta. Un viaggio nel deserto della preghiera con l’essenziale in mano e il Signore davanti a me e nel mio cuore.

Un pensiero su “mi addentro

  1. Sabrina

    Il mondo intorno ci ha sempre fatto credere che per stare meglio bisognava colmare le mancanze con le cose, casa, macchina, oggetti che ci avrebbero fatto sentire meglio… invece il vuoto non si riempie mai…Bisogna imparare a destrutturare, a togliere quel peso di cose inutili e ritrovare l’essenza, imparare a stare soli a faccia a faccia con il mondo che é infinitivamente ricco di tesori. Ma forse senza il primo passaggio, cioé colmare il vuoto come crediamo facciano tutti, non si arriva alla consapevolezza che non serve, che c’è un altro modo più semplice ed efficace, per vivere e per pregare.

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