merito

di | 13 Aprile 2023

Lo so che la mia interpretazione della parabola può sembrare un poco esagerata, ma credo che in qualche modo ci possa stare. È una delle tante che possiamo leggere e approfondire. Quindi provo a continuare per la mia strada.  I talenti sono regali del padrone. Che cosa voglio dire? Che non c’è un merito, un incentivo. Il padrone pur dichiarando la bravura dei primi due servi poteva tralasciare di donare quei talenti, quella ricchezza considerevole. Il padrone può aver pensato ad un suo tornaconto, ma resta il fatto che lui dona quei talenti. Quindi è chiaro che non dona per merito, ma perché vuole donare. Forse questo particolare ci deve aiutare a riflettere che non riceviamo per merito, ma per dono. Purtroppo noi abbiamo costruito un mondo tutto fatto di merito. Una persona un po’ di tempo fa mi ha regalato qualcosa, mi ha la colpito la motivazione: te lo meriti, altri preti non se lo meritano. In un primo momento mi sono detto: ma che bello mi merito questa cosa, questo regalo. Poi mi sono detto: ma che cosa mi merito io? Forse niente. Forse l’unico dono che mi merito, anche questo indegnamente, è la bontà e la misericordia di Dio. La parabola allora può diventare rischiosamente la grande giustificazione biblica al tema del merito. Anche la bibbia parla di merito e allora tutti possiamo giustificare il merito: la scuola, la chiesa, la politica, il lavoro. in realtà la bibbia non parla di merito, ma di dono. Anche se non te lo merito io ti dono qualcosa di bello per la vita. dono e non merito. C’è un secondo dato che mi interessa nelle parole del padrone della parabola. Quando incontra il terzo servo, oltre a dichiarare di  essere un padrone duro dice anche queste parole: avresti potuto affidare il mio denaro ai banchieri, e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. C’è solo un piccolo particolare, che la parola sacra condanna ogni forma di prestito ad interesse. Non si sta cercando di giustificare un comportamento economico che giustica il prestito ad interesse, ma si sta mettendendo in evidenza il compartamento negativo del padrone: non abbiamo a che fare con l’abbà, il padre misericordioso del vangelo, ma con un uomo duro e che va contro la legge del dono e dell’impossibilità di fare un prestito ad interesse. Il nostro mondo invece è fatto di merito, di durezza e di prestiti ad interesse.

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