mercoledì 9 ottobre

di | 8 Ottobre 2024

rom. 13,1-7

1 Ogni persona stia sottomessa alle autorità superiori; perché non vi è autorità se non da Dio; e quelle che esistono sono stabilite da Dio. 2 Perciò chi resiste all’autorità si oppone all’ordine di Dio; quelli che vi si oppongono si attireranno addosso una condanna; 3 infatti i magistrati non sono da temere per le opere buone, ma per le cattive. Tu, non vuoi temere l’autorità? Fa’ il bene e avrai la sua approvazione, 4 perché il magistrato è un ministro di Dio per il tuo bene; ma se fai il male, temi, perché egli non porta la spada invano; infatti, è un ministro di Dio per infliggere una giusta punizione a chi fa il male. 5 Perciò è necessario stare sottomessi, non soltanto per timore della punizione, ma anche per motivo di coscienza. 6 È anche per questa ragione che voi pagate le imposte, perché essi, che sono costantemente dediti a questa funzione, sono ministri di Dio. 7 Rendete a ciascuno quel che gli è dovuto: l’imposta a chi è dovuta l’imposta, la tassa a chi la tassa; il timore a chi il timore; l’onore a chi l’onore.

Commento

Questa raccomandazione circa le autorità e i magistrati va contestualizzata nel tempo e nel contesto in cui Paolo parla e scrive.  La prima considerazione che possiamo fare è che Paolo non propone una obbedienza acritica alle autorità civili o religiose, ma un’obbedienza che si misura sempre con la grazia e di Dio e con la parola del Vangelo. Paolo ci mostra come in alcune occasioni della sua vita che quando la legge degli uomini va contro la legge del vangelo, lui segue la legge del vangelo. Un esempio  è legato al tema della schiavitù. Paolo scrive ad un suo amico a cui è fuggito uno schiavo di riprenderlo in casa come un figlio. Egli non va contro la legge della schiavitù apertamente, ma chiede di trattare da figlio e non più da schiavo la persona fuggita. Si mette contro la legge con la sua coscienza. Paolo ci insegna che il cittadino Cristiano può far valere la giustizia del vangelo quando è lo Stato stesso a calpestare questa giustizia.  Sottomettersi alle autorità non significa, nella mente di Paolo, sottomettersi ai loro soprusi illegali. E questo a prescindere da se si tratti di una questione di Vangelo o meno. Ciò ovviamente non significa che il Cristiano non finisca per soffrire a causa del Vangelo; cosa sempre più probabile e sempre più reale anche nell’occidente.

Preghiamo

Preghiamo per tutti coloro che subiscono ingiustizie nella vita.

2 pensieri su “mercoledì 9 ottobre

  1. Elena

    Ho delle personali riserve nel credere che l’amministrazione delle leggi e delle autorità passi dal volere di Dio. Specialmente nei nostri tempi nei quali si vedono chiaramente ben altri interessi che quelli divini. Sono sicuramente per un’attenta ma molto critica osservazione delle leggi e delle imposizioni religiose, civili, politiche. E non mi sento immorale nel non rispettare leggi immorali e disumane. Credo nel vangelo di Gesù e , ispirandomi a Don Milani non ritengo di dover rispettare una legge che vada contro il vangelo e la costituzione. Non credo in nessuna legge ad personam che protegga i privilegi di pochi. Pago un’infinità di tasse, come tutti o quasi, e rispetto i codici civili e penali ispirati alla giustizia e alla convivenza pacifica. Ma non mi si chieda di non pensare e di non agire secondo coscienza…. Che per grazia è ancora vigile, critica ed indipendente! Prego per chi subisce ingiustizie , da qualunque parti queste arrivino.

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  2. sr Alida

    Un’obbedienza che si misura sulla grazia di Dio e sul Vangelo, è quella vera. Ognuno di noi volere o no obbedisce alla vita, sia che si presenti lieta o sofferta. Noi comuni mortali abbiamo mediazioni dell’obbedienza che si misura sulla grazia di Dio… Chiedo al Signore il dono dell’ascolto del cuore per quello che gli possa essere gradito nel quotidiano, al di là di ogni legge umana, nel servizio che mi concede, prego con voi per tutti coloro che subiscono ingiustizie nella vita.

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