mercoledì 3 luglio

di | 2 Luglio 2024

Mc. 13,14-23

14 Quando vedrete l’abominio della desolazione stare là dove non conviene, chi legge capisca, allora quelli che si trovano nella Giudea fuggano ai monti; 15 chi si trova sulla terrazza non scenda per entrare a prender qualcosa nella sua casa; 16 chi è nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. 17 Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni! 18 Pregate che ciò non accada d’inverno; 19 perché quei giorni saranno una tribolazione, quale non è mai stata dall’inizio della creazione, fatta da Dio, fino al presente, né mai vi sarà. 20 Se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessun uomo si salverebbe. Ma a motivo degli eletti che si è scelto ha abbreviato quei giorni. 21 Allora, dunque, se qualcuno vi dirà: “Ecco, il Cristo è qui, ecco è là”, non ci credete; 22 perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e portenti per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti. 23 Voi però state attenti! Io vi ho predetto tutto.

Commento

Continua questo discorso di Gesù. I discepoli capiscono che egli sta dicendo qualcosa di tremendamente importante e allora Gesù continua in questo discorso sulle realtà ultime che in termine tecnico si dice discorso escatologico. Si parla di abominio della desolazione. Gesù si riferisce al fatto di quando nel tempo di Gerusalemme vennero smontati e smantellati tutti i segni della religione ebraica e vennero istallati segni di popoli pagani che vengono appunto chiamati abominio della desolazione. Le parole di oggi non sono tanto un avvertimento, quanto una costatazione storica. Pensate per esempio a tutte quelle madri che ancora oggi fuggono dalla violenza e non possono tornare indietro per recuperare qualcosa di loro, oppure a tutti coloro che lavorano e devono fuggire lasciando tutto lì perché arriva la guerra. E anche quel guai alle donne incinta e a quelle che allattano non è una forma di richiamo, ma una costatazione: come deve essere difficile vivere la condizione di madre per chi vive nella violenza. Questo abominio della desolazione non è soltanto la grande profanazione del tempio, ma della dignità di ogni persona di fronte alla guerra, alla fame, alla violenza. Potremmo dire così: Gesù constata che nella tribolazione ogni forma di dignità umana è calpestata, l’immagine e la somiglianza di Dio che è l’uomo è distrutta. Questa è la grande costatazione che fa Gesù di fronte alla violenza.

Preghiamo

Preghiamo per chi soffre a causa della guerra.

2 pensieri su “mercoledì 3 luglio

  1. sr Alida

    Quanta violenza e sofferenza anche al nostro tempo .. Un’accorata preghiera per chi soffre a causa della guerra.

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  2. Elena

    Basta guardarsi attorno per capire quanto Gesù sia attuale nel suo leggere l’abominio di ogni tempo e di ogni violenza. Dov’è Dio in ogni guerra? Dov’è quella dignità umana, cara al Cristo? Dove si è incastrata ogni bellezza di relazione e di ruolo in situazioni di guerra, di malattia e di orrore? Abbiamo perduto ogni luce, ogni riferimento, ogni sicurezza … Dove possiamo continuare a guardare, a sperare, a desiderare la pace e l’amore che rendono persone nuove?
    Per tutta l’umanità in sofferenza ed in fuga dalle guerre e dalle violenze di ogni tipo, la preghiera odierna.

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