Ez. 2,1-3,3
1 Mi disse: «Figlio d’uomo, àlzati in piedi, io ti parlerò». 2 Mentre egli mi parlava, lo Spirito entrò in me e mi fece alzare in piedi; io udii colui che mi parlava. 3 Egli mi disse: «Figlio d’uomo, io ti mando ai figli d’Israele, a nazioni ribelli, che si sono ribellate a me; essi e i loro padri si sono rivoltati contro di me fino a questo giorno. 4 A questi figli dalla faccia dura e dal cuore ostinato io ti mando. Tu dirai loro: “Così parla il Signore, DIO”. 5 Sia che ti ascoltino o non ti ascoltino, poiché sono una casa ribelle, essi sapranno che c’è un profeta in mezzo a loro. 6 Tu, figlio d’uomo, non aver paura di loro, né delle loro parole, poiché tu stai in mezzo a ortiche e spine, abiti fra gli scorpioni; non aver paura delle loro parole, non ti sgomentare davanti a loro, poiché sono una famiglia di ribelli. 7 Ma tu riferirai loro le mie parole, sia che ti ascoltino o non ti ascoltino, poiché sono ribelli. 8 Tu, figlio d’uomo, ascolta ciò che ti dico; non essere ribelle come questa famiglia di ribelli; apri la bocca e mangia ciò che ti do». 9 Io guardai, ed ecco una mano stava stesa verso di me, la quale teneva il rotolo di un libro; 10 lo srotolò davanti a me; era scritto di dentro e di fuori, e conteneva lamentazioni, gemiti e guai. 1 Egli mi disse: «Figlio d’uomo, mangia ciò che trovi; mangia questo rotolo, e va’ e parla alla casa d’Israele». 2 Io aprii la bocca, ed egli mi fece mangiare quel rotolo. 3 Mi disse: «Figlio d’uomo, nùtriti il ventre e riempiti le viscere di questo rotolo che ti do». Io lo mangiai, e in bocca mi fu dolce come del miele.
Commento
Continua il racconto della chiamata di Ezechiele. Dopo la grande visione dell’arca su una portantina, ecco le prime parole. Possiamo sottolineare due aspetti importanti. Il primo è che Ezechiele è chiamato ad un’azione simbolica: Mangiare il rotolo con scritta la parola. Il profeta dice che essa è dolce come il miele. Se Ezechiele vuole essere colui che annuncia la speranza in terra d’esilio, lui per primo si deve nutrire di quella parola sacra che è la fonte della speranza stessa. Il profeta non solo deve nutrirsi di tale parola, ma deve assimilare la parola, deve diventare un corpo solo: lui e la parola. Ecco perché del gesto simbolico di mangiare il rotolo. L’altra considerazione sta nel fatto che tale parola non avrà successo. Il profeta dirà una parola di speranza in mezzo ad un popolo senza speranza, in mezzo ad un popolo in esilio. La forza della profezia non sta nel successo di quanto dice e fa, ma di quanto il profeta si sente forte nella parola stessa. Il suo successo non dipende dagli altri, ma dal suo stare radicato nella parola.
Preghiamo
Preghiamo per i malati
È interessante il simbolismo di queste pagine.
È interessante anche la ripetizione, come in un mantra, di alcune frasi, di alcune parole. A Ezechiele vengono dette le cose con insistenza, con determinazione affinché gli siano ben chiare, le cose di Dio sono così e solo così, lui ci si deve attenere se vuole ottenere qualche risultato nella sua missione profetica. Credo che noi donne e uomini moderni facciamo un po’ fatica a muoverci nel simbolico e ci infastidisce l’insistenza delle istruzioni. Siamo poco umili e molto autoreferenziali, assai poco inclini all’ascolto. Sarà per questo che fatichiamo nel riconoscere vere figure profetiche? E fatichiamo tanto anche nel vedere e riconoscere Dio?
Dire e essere speranza ad un popolo che non ne ha. E’un impegno del essere figli, del sapersi avvolti dallo Spirito, dal saprrsi amati per tutti i malati preghiamo.