Rom. 6,1-5
1 Che diremo dunque? Continuiamo a restare nel peccato perché abbondi la grazia? 2 È assurdo! Noi che già siamo morti al peccato, come potremo ancora vivere nel peccato? 3 O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? 4 Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. 5 Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione.
Commento
Questa riflessione di Paolo noi la facciamo in un altro modo: posso peccare sempre tanto il Signore mi perdona. Paolo ritiene tale pensiero profondamente sbagliato, perché è un approfittare del Signore e della sua misericordia o, peggio ancora, pretendere dal Signore il perdono la dove invece il perdono si presenta solo come dono di grazia. Qualcuno di fronte a questa tesi, cioè di un Dio che perdona sempre e quindi posso anche sbagliare, parla di indifferenza, dove per indifferenza io intendo che di fronte a qualsiasi azione non c’è nessuna differenza tra bene e male, indifferente, senza differenza. È una tesi che oggi molti tendono ad utilizzare. Il ragionamento funziona più o meno così: Dio è misericordia e perdona sempre, l’uomo può scegliere di vivere come vuole tanto è perdonato sempre. Paolo invece si muove su un’altra direzione: grazie alla salvezza e al perdono portato da Dio, io posso vivere come figlio della resurrezione, come figlio di una vita nuova, ma devo portare nella mia storia la responsabilità di questa vita nuova, devo vivere da figlio della resurrezione, con tutto quello che questa responsabilità comporta. Non credo che possiamo essere perdonati e continuare sempre per la nostra strada, ci viene chiesto di aderire alla vita nuova in Cristo.
Preghiamo
Preghiamo per Massimo
Credo non ci si possa adagiare sull’essere cristiani, nulla è scontato, tantomeno il perdono che sappiamo tutti quanti ci riesca difficile. Credo che il professarci appartenenti al Cristo richieda grossi sforzi di coerenza e di impegno quotidiano, un metterci in discussione continua con noi stessi alla luce del Vangelo. E poi sì, ci salva la Grazia perché da soli siamo proprio ben poco, facciamo ben poco e a volte, pure male…
Condivido la preghiera per Massimo e la sua famiglia.
Il Signore non ci promette una vita facile, ma ci ama immensamente, questo io stessa devo crederlo ogni giorno di più, vorremmo essere perfetti con la testa, ma nel concreto, cadiamo spesso, siamo poca cosa, l’anelito però deve essere quello di ricominciare ogni volta il nostro cammino che per dono ci è concesso di fare, non perché posso sbagliare tanto… Sempre sono perdonata, ma consapevole della debolezza faccio memoria della sua misericordia. Per Massimo la preghiera.