Gv 1,6-8
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
7Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
8Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Commento
Ieri abbiamo come introdotto brevemente il vangelo di Giovanni. Oggi ci ritroviamo a commentare l’inizio, il prologo di questo vangelo. In queste righe si parla di Giovanni Battista che non è la luce, ma colui che da testimonianza alla luce. Attraverso Giovanni Battista la folla può arrivare alla fede. Ma ci sono tutti i versetti precedenti che non abbiamo commentato. Il prologo di Giovanni dice una cosa molto semplice, ma grandiosa: chi legge la parola, il vangelo, questo logos che era fin dal principio, vede Dio e diventa figlio di Dio. Ma questo libro va letto con apertura e docilità di cuore, va letto come un atto di obbedienza e di fiducia a quella parola che è da sempre. La Parola infatti ci mostra quel Dio che nessuno mai ha visto e, come si è fatta carne in Gesù, si fa carne anche in noi, dandoci il potere di diventare figli di Dio. La Parola, come ha creato l’uomo, così costantemente lo ricrea a sua immagine. Perché l’uomo diventa la parola che ascolta.
Preghiamo
Preghiamo per Cristina
Cosa vuole dire dare testimonianza alla luce? Vuol dire abbassarsi per non fare ombra all’altro? Vuol dire piegarsi perché la luce ci sovrasti? Vuol dire allungare le braccia in alto per portare la luce al di sopra delle nostre piccolezze?
Affido al Padre tutte le preghiere custodite nei cuori. La Luce, quella vera, quella in cui crediamo ci nutra di speranza e di forza.
L’uomo diventa la parola che ascolta, se ascolta la Parola di Dio diventa figlio di Dio. Essere figli Suoi, è un evento importante che va rinnovato ogni giorno, la luce va custodita e donata… Che ognuno abbia a scoprire la bellezza e la gioia di essere figli di Dio. Pregando per Cristina, condivido i tuoi interrogativi, Elena.