Ez 15
Mi fu rivolta questa parola del Signore:
2“Figlio dell’uomo,
che pregi ha il legno della vite
di fronte a tutti gli altri legni della foresta?
3Si adopera forse quel legno per farne un oggetto?
Si può forse ricavarne un piolo per attaccarvi qualcosa?
4Ecco, lo si getta nel fuoco a bruciare,
il fuoco ne divora i due capi
e anche il centro è bruciacchiato.
Potrà essere utile per farne un oggetto?
5Anche quand’era intatto,
non serviva a niente:
ora, dopo che il fuoco l’ha divorato,
l’ha bruciato,
si potrà forse ricavarne qualcosa?
6Perciò così dice il Signore Dio:
Come io metto nel fuoco a bruciare il legno della vite
al posto del legno della foresta,
così io tratterò gli abitanti di Gerusalemme.
7Mi volterò contro di loro.
Da un fuoco sono scampati,
ma un fuoco li divorerà!
Allora saprete che io sono il Signore,
quando mi volterò contro di loro
8e renderò il paese deserto,
poiché sono stati infedeli”.
Oracolo del Signore Dio.
Commento
In questo capitolo si utilizza il segno della vite. È un segno molto importante per la bibbia. Essa indica l’unione tra tralcio e vite che produce molti frutti. è l’unione tra Dio e l’umanità che produce molti frutti. Il profeta pensava che Gerusalemme era una città gloriosa al di sopra di ogni città del mondo; era la corona e la gioia di tutta la terra; e quindi che peccato che fosse distrutta; come una vite unita al tronco così la città di Gerusalemme era giudicata città invincibile. Invece qui il paragone con la vite è segno non più di invincibilità, ma di una fine ormai prossima. La vite selvatica, che è tra gli alberi della foresta, o la vite vuota a cui Israele qui è paragonato, che non porta più frutto di un albero della foresta, non serve a nulla; è inutile come un rovo. La città di Gerusalemme è paragonata a questa vite selvatica che non dà più frutto a causa del male che riempie la città. Una vite non dà più frutto non serve ad altro che ad essere gettata nel fuoco, così è per Gerusalemme: se non dà più frutto non serve ad altro che ad essere gettata nel fuoco.
Preghiamo
Preghiamo per gli ammalati
Quante volte ci sentiamo gloriosi, eccellenti in ciò che facciamo, splendidi, superiori agli altri per ciò che siamo o per ciò che abbiamo realizzato. Ma quanta nostra fragilità si coglie nelle parole del profeta, quanto il riportarci al nulla che in fondo siamo, quanta la nostra inutilità e il nostro tornare cenere. Mi soffermo su questo nostro essere e sentirci,vai nostri occhi,agli occhi di Dio. Una preghiera per tutti gli ammalati e per zia Dina, cui hanno diagnosticato un brutto male.
Signore Tu sei vite, che ama i tralci così come siamo, fa che non guardiamo ai soli tralci,ma guardiamo a Te, rendici Tu tralci o legni che portano frutto, a lasciarci fare da Te. Per tutti gli ammalati specie i più gravi ti preghiamo.