martedì 29 novembre

Apocalisse 18,21-24

Un angelo possente prese allora una pietra, grande come una màcina, e la gettò nel mare esclamando:
“Con questa violenza sarà distrutta
Babilonia, la grande città,
e nessuno più la troverà.
²²Il suono dei musicisti,
dei suonatori di cetra, di flauto e di tromba,
non si udrà più in te;
ogni artigiano di qualsiasi mestiere
non si troverà più in te;
il rumore della màcina
non si udrà più in te;
²³la luce della lampada
non brillerà più in te;
la voce dello sposo e della sposa
non si udrà più in te.
Perché i tuoi mercanti erano i grandi della terra
e tutte le nazioni dalle tue droghe furono sedotte.
²⁴In essa fu trovato il sangue di profeti e di santi
e di quanti furono uccisi sulla terra”.

commento

Questo angelo possente compie un gesto simbolico. Per certi versi è abbastanza simile al gesto che ha compiuto Geremia profeta che ha preso il libro delle rotolo contenente il poema contro Babilonia lo ha letto e poi lo ha gettato nell’Eufrate, dicendo: «Così affonderà Babilonia» (Ger 51,60-64).  Questa possente macina lanciata nel mare ricorda anche quella macina di cui parla Gesù quando afferma che “Ma chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse gettato in fondo al mare.” Meglio una macina al collo che dare  scandalo, cioè che fare inciampare qualcuno nella fede. Di fatto questo angelo possente dichiarerà che Babilonia è stata distrutta con questa grande macina, ovviamente simbolica, perché ha cercato di ammaliare tutti con la sua ricchezza, con la sua magia. La grande città è stata pietra di inciampo per tutti i popoli. L’intervento divino diventa allora un giudizio per quella grande città che ha insanguinato con il suo potere tutto il mondo, in particolare tutti i profeti e tutti i testimoni della fede che sono perseguitati.

Preghiamo

Preghiamo per Massimo