martedì 26 novembre

di | 25 Novembre 2024

2 Cor. 9,1-9

1 Riguardo poi a questo servizio in favore dei santi, è superfluo che ve ne scriva. 2 Conosco infatti bene la vostra buona volontà, e ne faccio vanto con i Macèdoni dicendo che l’Acaia è pronta fin dallo scorso anno e già molti sono stati stimolati dal vostro zelo. 3 I fratelli poi li ho mandati perché il nostro vanto per voi su questo punto non abbia a dimostrarsi vano, ma siate realmente pronti, come vi dicevo, perché 4 non avvenga che, venendo con me alcuni Macèdoni, vi trovino impreparati e noi dobbiamo arrossire, per non dire anche voi, di questa nostra fiducia. 5 Ho quindi ritenuto necessario invitare i fratelli a recarsi da voi prima di me, per organizzare la vostra offerta già promessa, perché essa sia pronta come una vera offerta e non come una spilorceria. 6 Tenete a mente che chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. 7 Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia. 8 Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene, 9 come sta scritto:
ha largheggiato, ha dato ai poveri;
la sua giustizia dura in eterno
.

Commento

Paolo in questo capitolo rimane sempre sul tema della colletta. Ora fa una serie di riflessioni sulla qualità o la quantità della colletta. Non si sofferma solo sulla quantità, ma cerca di offrire una serie di criteri per capire come può essere una colletta che ha una buona qualità. Di fatto non è sufficiente invitare i Corinzi a riprendere l’iniziativa dei fondi per i “santi” di Gerusalemme. Occorre far risaltare la qualità dell’iniziativa. In pratica Paolo intende dire che se la colletta è stata intrapresa, richiede pure di essere fatta bene, altrimenti è meglio rinunciare. I criteri che ci offre oggi sono almeno due. Paolo non si limita a raccomandare ai corinzi di contribuire alla raccolta dei fondi. Insiste soprattutto sugli atteggiamenti interiori con cui fare l’offerta. A dare valore e merito agli offerenti non è primariamente la quantità di denaro elargita, ma l’atteggiamento del loro cuore generoso. I Corinzi offrano, dunque, il loro contributo spontaneamente e con gioia. Si sentano liberi di dare quanto hanno deciso in cuor loro. Dio sicuramente non farà mancare il necessario per vivere a chi dona con gioia. Ma si tratta anche di riconoscere la fonte dei doni e della possibilità di donare. Tale fonte rimane sempre e solo Dio.

Preghiamo

Preghiamo per chi è povero

2 pensieri su “martedì 26 novembre

  1. sr Alida

    Non con tristezza ma volentieri, servire secondo quanto deciso in cuore, con quale atteggiamento interiore sono a servizio? Dio non mi lascia mancare le varie espressioni cui servire e il dono di ogni grazia per fare ed essere. Prego con voi per chi è povero.

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  2. Elena

    Una generosità gioiosa, spontanea, libera… Il Signore rifonde con la grazia della Sua provvidenza chi dona col cuore! Quanto è difficile donare con gioia per un bene comune?
    Una preghiera per i tanti poveri.

    Rispondi

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