Ez 24, 15-27
15 La parola dell’Eterno mi fu rivolta in questi termini: 16 “Figlio d’uomo, ecco, con un colpo improvviso io ti tolgo la delizia dei tuoi occhi; tu non fare cordoglio, non piangere, non versare lacrime. 17 Sospira in silenzio; non portare lutto per i morti, copri il capo con il turbante, mettiti i calzari ai piedi, non ti coprire la barba e non mangiare il pane che la gente ti manda”. 18 La mattina parlai al popolo e la sera morì mia moglie; la mattina dopo feci come mi era stato comandato. 19 Il popolo mi disse: “Non ci spiegherai che cosa significhi quello che fai?”. 20 Io risposi loro: “La parola dell’Eterno mi è stata rivolta in questi termini: 21 ‘Di’ alla casa d’Israele: Così parla il Signore, l’Eterno: Ecco, io profanerò il mio santuario, l’orgoglio della vostra forza, la delizia dei vostri occhi, il desiderio della vostra anima; i vostri figli e le vostre figlie che avete lasciato a Gerusalemme cadranno per la spada’. 22 Voi farete come ho fatto io: non vi coprirete la barba e non mangerete il pane che la gente vi manda; 23 avrete i vostri turbanti sul capo, i vostri calzari ai piedi; non farete cordoglio e non piangerete, ma vi consumerete di languore per le vostre iniquità, e gemerete l’uno con l’altro. 24 ‘Ezechiele sarà per voi un simbolo; tutto quello che fa lui, lo farete voi; quando queste cose accadranno, voi conoscerete che io sono il Signore, l’Eterno’. 25 Tu, figlio d’uomo, il giorno che io toglierò loro ciò che fa la loro forza, la gioia della loro gloria, il desiderio dei loro occhi, la brama della loro anima, i loro figli e le loro figlie, 26 in quel giorno un fuggiasco verrà da te a portartene la notizia. 27 In quel giorno la tua bocca si aprirà, all’arrivo del fuggiasco; tu parlerai, non sarai più muto, e sarai per loro un simbolo; essi conosceranno che io sono l’Eterno”.
Commento
Nella prima deportazione degli abitanti di Gerusalemme del 589 non tutti furono portati in esilio, qualcuno rimase in città e pensava di salvarsi. Ma nel 587 tornano i babilonesi e distrussero tutto e portarono via tutti. Ma qui la cosa che colpisce è il segno che Ezechiele vive e rimanda alla sua gente: il giorno prima aveva parlato il giorno dopo la delizia dei suoi occhi, sua moglie morì. E Dio ordina ad Ezechiele di non fare nessun lutto e lamento. Ezechiele parla con tutto se stesso. Parla con tutto quello che ha: l’amore della sua vita. ma non c’è tempo per fare lamento si deve partire in esilio, si deve lasciare tutto. Fin dal giorno della sua vocazione, Ezechiele è stato sacramento, simbolo incarnato, segno e messaggio totale, oggi lo è ancora di più, perché la perdita della sua moglie, la delizia dei suoi occhi è vera, reale. Ma la delizia dei suoi occhi, la delizia della gente di Gerusalemme, era la città santa che è finita, distrutta. Questo testo è un po’ la chiave di volta, il punto di passaggio del nostro testo. E Ezechiele non solo perde la moglie, perde la città di Gerusalemme, ma rimane muto. In esilio si rimane muti. Il profeta tornerà a parlare, ma oggi le parole sono finite. La perdita della moglie, della città sembra la fine di tutto. La vedovanza, soprattutto da giovani (Ezechiele aveva circa 35 anni nel 587 a.C.), è sempre esilio, è distruzione del tempio bellissimo, è fine del grande sogno e del regno meraviglioso. È dunque un grande messaggio sulla condizione umana, il grande messaggio della fragilità umana che va preservata con cura da ogni distruzione.
Preghiamo
Preghiamo per Alessandro
Quanto dolore e quanta fatica nella vita di Ezechiele, profeta dal compito ingrato, forse come tutti i profeti! Quanto dolore, da sempre, in ogni invasione, in ogni conflitto, in ogni deportazione, in ogni esilio, in ogni perdita di persone e luoghi amati.
Il Signore ci dia la forza di mantenere la dignità e l’umanità , anche nelle circostanze più avverse e consoli i nostri cuori con la speranza e con le azioni dei giusti che si adoperano, da sempre e a volte contro ogni logica, per salvaguardare la vita.
Una preghiera per Alessandro e per Nicoletta.
Donaci Signore di custodire pur nell’esilio l’essenziale che porta sempre a Te. Per Alessandro, Nicoletta e Marta preghiamo.