manutenzione

Si smonta velocemente il tendone, si smonta piano piano l’orto, lasciamo le culture autunnali e invernali. Si preparano le api per l’inverno avvicinando i telai in modo che più vicine possono stare al caldo e farsi un po’ di compagnia durante l’inverno. Si incomincia a fare la manutenzione degli attrezzi, rimettere in senso l’impianto di irrigazione, si fa l’ultimo taglio dell’erba e si controllano le piante da frutto. Insomma manutenzioni autunnali in attesa di un riposo invernale. Nell’antichità succedeva che c’era la stagione della guerra e la stagione della pace, oserei dire la stagione della manutenzione dopo la guerra. Forse ragionare in termini di non violenza vuol dire anche ragionare in termini di manutenzione dentro un tempo di pace. per manutenzione intendo non fare ripartire le fabbriche.. anche se anche questo è importante. Vuol dire sospendere la guerra per sminare i terreni, per ricostruire ospedali e scuole, per guarire i feriti, per lasciar tornare a casa i profughi in condizioni umane senza lasciarli morire nel deserto. Per dare cibo, per ripristinare i campi con nuove seminagioni, per riportare l’acqua. Oggi aggiungerei anche per far tornare l’acqua e l’aria pulita. Per festeggiare con canti e danze la pace ritrovata. Oggi invece cosa succede? Che anche d’inverno l’orto deve produrre fino allo sfinimento, tanto ci sono le sostanze chimiche che danno fertilità alla terra. succede che la guerra non dà tregua, che si combatte anche in mezzo a neve e fango, impatanati nella follia della guerra. Succede che non c’è più il tempo della manutenzione e della tregua. Tutto, terra e uomini e donne, deve essere sfruttato all’infinito, fino allo sfinimento, senza tregua. Noi nel nostro piccolo orto ci fermiamo un attimo, diamo tregua a madre terra. e gli uomini e le donne si danno alla manutenzione in pace tra loro.