Sofonia 2,8-11
8 «Ho udito l’insulto di Moab e gli oltraggi degli Ammoniti, con i quali hanno insultato il mio popolo gloriandosi del loro territorio. 9 Perciò, com’è vero ch’io vivo, – parola del Signore degli eserciti Dio d’Israele – Moab diventerà come Sòdoma e gli Ammoniti come Gomorra: un luogo invaso dai pruni, una cava di sale, un deserto per sempre. I rimasti del mio popolo li saccheggeranno e i superstiti della mia gente ne saranno gli eredi». 10 Questo accadrà ad essi per la loro superbia, perché hanno insultato, hanno disprezzato il popolo del Signore. 11 Terribile sarà il Signore con loro, poiché annienterà tutti gli idoli della terra, mentre a lui si prostreranno, ognuno sul proprio suolo, i popoli di tutti i continenti.
Commento
Ecco altre due città Moab e Ammon. Anche per loro vi è la stessa sorte: un giudizio sui loro comportamenti. In questo caso si tratta di un giudizio circa la loro tracotanza per la quale si inorgogliscono davanti alla rovina del popolo di Israele, e lo insultano e disprezzano. Disprezzando per superbia il popolo del Signore, disprezzano nello stesso tempo anche il Signore, evidentemente ritenuto incapace di soccorrere il suo eletto. I molti oracoli profetici contro Moab e Ammon sembrano sempre precisare il modo e le parole di questo disprezzo: Moab dice, “ecco la casa di Giuda è come tutti gli altri popoli”; cioè il Dio in cui confida non sa soccorrerli. Il Dio forte e potente, dicono i Moabiti e gli ammoniti si è dimenticato del suo popolo e tutto questo viene detto con senso di disprezzo e ironia. Contro questa tracotanza Dio interviene. E l’esito dell’intervento di Dio, come viene descritto nel testo finale di oggi, ha un tono diverso dai testi precedenti: dopo l’annientamento degli idoli dei popoli, sarà data a tutte le isole (tutte le nazioni) di partecipare alla vera adorazione del vero Dio, “ognuno nella propria terra”. L’intervenire di Dio si rivela dunque essere non per la distruzione degli uomini, ma per la loro redenzione e salvezza, “di tutte le nazioni”, nell’adorazione.
Preghiamo
Preghiamo per la chiesa di tutto il mondo
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse.
E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.
Concludiamo il nostro incontro e lascio Curitiba per tornare a Uniao da Vitoria dove riprenderò il quotidiano in attesa che tra pochi giorni tornino le nostre bambine e adolescenti e si inizia il nuovo anno scolastico. Ringrazio il Signore per questi giorni di formazione e di scambio. Preghiamo per la nostra Madre Generale sr Bakita, nel giorno del suo onomastico.
Penso e credo che il Signore ami l’uomo, lo ami profondamente, a qualunque terra appartenga e da qualunque luogo provenga. Mette sulla strada di ciascuno e nel viaggio che ognuno intraprende molte cose, a volte la storia si interpone, tra l’uomo e Dio, con nefandezze e orrori. Frutto di errori e fragilità, di male e di incoscienza. Ma il Padre ci aspetta sempre aldilà di ogni nostro desiderio, di ogni nostra attesa, di ogni nostra speranza, di ogni nostra tristezza. A volte abbiamo il capo così piegato e gli occhi così rivolti a terra, da non poter vedere la luce, che pure a sprazzi, ci è donata. Ti prego, Signore, per chi non riesce ad alzare il capo e lo sguardo a causa di tanto dolore. E che la chiesa guidi gli sguardi verso la Tua luce…
Elena
Buona settimana a tutti
Mi fermo all’adorazione del vero Dio….nel Pane consacrato, nel creato e nelle persone…dopo ogni tempesta questo è ciò che conta…ritornare al centro,al significato piu’ vero del nostro vivere. di cuore auguro ogni bene ,alla nostra M. Generale e prego per tuttala chiesa nel mondo.