lunedì 23 settembre

di | 22 Settembre 2024

Rom.10, 5-13

5 Mosè infatti descrive la giustizia che viene dalla legge così: L’uomo che la pratica vivrà per essa. 6 Invece la giustizia che viene dalla fede parla così: Non dire nel tuo cuore: Chi salirà al cielo? Questo significa farne discendere Cristo; 7 oppure: Chi discenderà nell’abisso? Questo significa far risalire Cristo dai morti. 8 Che dice dunque? Vicino a te è la parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore: cioè la parola della fede che noi predichiamo. 9 Poiché se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. 10 Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. 11 Dice infatti la Scrittura: Chiunque crede in lui non sarà deluso. 12 Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che l’invocano. 13 Infatti: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato.

Commento

Paolo ha aperto il capitolo 10 dichiarando che gli ebrei si sono costituiti una loro giustizia a partire dalla legge, utilizzando in maniera errata la legge di Mosè. Ma il punto di riferimento vero non è la legge, ma Gesù Cristo a cui si aderisce per fede. Non bisogna essere degli eroi per raggiungere tutto questo basta solo accogliere nel proprio cuore la proposta di Gesù e proclamare con la parola e la vita la parola ascoltata e riposta nel cuore. Paolo sottolinea con forza questa affermazione poiché la ritiene fondamentale: nel cuore si crede e grazie a questa fede si ottiene di essere “giusti” davanti a Dio. Con la bocca si esprime all’esterno questa fede e si può ottenere la salvezza. Questo credere con il cuore permette a Paolo di superare un’altra questione: la distinzione che la legge aveva provocato: giudei e greci distinti. Il testo biblico gli offre anche l’occasione per specificare che la fede è via alla salvezza per tutti gli uomini, siano essi pagani, siano giudei. Ogni discriminazione è superata da Cristo. Privilegi e limitazioni religiose e morali non hanno più valore determinante: tutti gli uomini sono equiparati di fronte all’evento salvifico della risurrezione. Gli ebrei non hanno alcun privilegi rispetto agli altri.

Preghiamo

Preghiamo per il popolo degli ebrei

Un pensiero su “lunedì 23 settembre

  1. sr Alida Pirola

    Signore fa che cuore, mente, parola, siano rivolte al tuo sguardo amorevole per ciascuno, che possa portare il dono ricevuto a quanti incontro è mi sono accanto aumenta la mia fede, in cammino. Mi unisco alla preghiera per il popolo degli ebrei.

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