Lunedì 2 luglio ’18 – 1 Cor 1,1-3
Paolo, chiamato ad essere apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Sòstene, 2 alla Chiesa di Dio che è in Corinto, a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù, chiamati ad essere santi insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: 3 grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.
Commento
Dopo la lettura del profeta Geremia passiamo ora alla 1 lettera ai Corinti di san Paolo. Uno dei grandi temi che da sempre sta nelle agenda della storia della chiesa è quello di rendere il messaggio del vangelo e della parola intellegibile a tutti i popoli. Forse il primo esempio di questo sforzo è quello di San Paolo che dovendo parlare agli abitanti di Corinto di origine greca, deve trovare il modo di dialogare proprio con loro. Anche oggi la chiesa deve trovare il modo di parlare e dialogare con il mondo. Quindi questo commento della lettera ai Corinti mi sembra di estrema attualità. Ecco due righe di introduzione alla lettera. Siamo negli anni 49-50 d.C., durante il secondo viaggio missionario, quello che ha portato Paolo e Luca a sbarcare in Europa. Paolo arriva a Corinto, cosmopolita città di mare, dove si ferma un anno e mezzo. E’ ospite di una coppia di artigiani (piccoli industriali come si direbbe oggi) e lavora a fabbricare tende e coperte per l’esercito romano. Corinto era un’antichissima città-stato greca, situata sull’istmo che separa il mare Egeo dal mar Ionio. La sua posizione geografica la rendeva una città di commerci, ricca e cosmopolita, malfamata e gaudente. Quella in cui arriva Paolo nel 50 d.C. è la “Nuova Corinto”, rifondata da Giulio Cesare nel 44 a.C. e contava più di 500.000 abitanti. Sede dell’amministrazione romana e di fiorenti commerci, attirava immigrati da ogni regione dell’Asia. La grande maggioranza della popolazione era formata da operai portuali, lavoratori avventizi e schiavi. Era presente anche una nutrita comunità ebraica. Corinto era uno dei grandi crocevia europei non solo delle merci e del potere, ma anche delle culture, delle religioni, delle razze, delle mode, delle nuove elaborazioni e proposte. Diventa ben presto la fucina di un cristianesimo di matrice greco-romana. Qui Paolo viene continuamente sollecitato a compiere il suo grande sforzo di traduzione del Vangelo nelle categorie intellettuali e nei costumi di vita dell’Occidente romanizzato.
Preghiamo
Preghiamo per Roberto
Bentrovati ,ho concluso ,il periodo richiesto in carcere ,è un mondo anche questo per cui pregare,un conto è pensarci ,un conto è vivere accanto ,dalle detenute ho imparato tanto ,dalle loro attese ,domande ,sofferenze,dalle loro preghiere,lavoro e consapevolezza di aver sbagliato …ma sorrisi e vivacità nonostante tutto ….Paolo chiamato ad essere Apostolo,
per volontà di Dio…deve trovare il modo di dialogare con le persone che ha davanti …camminare accanto per ciò che è il grado di comprensione dell’altra persona….chiamati ad essere santi ,che il Signore ci aiuti ad essere più consapevoli di questa chiamata alla santità ed avvolgere la vita di gratitudine .Prego per Roberto e per quanti ci chiedono preghiere
Bentornata Sr Alida!
Nel ricordare con la preghiera le tante umanità esistenti anche in carcere, lasciamoci illuminare da chi ha affrontato con coraggio, fede, ma anche fatica e tristezze, il difficile dialogo con mondi altri. Grazie don per questo tempo di meditazione e riflessione che ci regali ogni giorno. Possiamo essere anche noi riflessi di luce e di modi di essere davvero umani e caritatevoli.
….chiamato ad essere apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio. Come Paolo anche noi chiamati ad essere apostoli, in modi e vocazioni differenti ma ugualmente necessarie alla chiesa e al mondo di oggi. bentornata Sr Alida con la tua esperienza di vita buona tra le detenute. Che a tutti sia dato vivere bene il momento presente come unica opportunità per essere apostoli di Cristo.