Mc. 11,12-14
12 La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. 13 E avendo visto di lontano un fico che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se mai vi trovasse qualche cosa; ma giuntovi sotto, non trovò altro che foglie. Non era infatti quella la stagione dei fichi. 14 E gli disse: «Nessuno possa mai più mangiare i tuoi frutti». E i discepoli l’udirono.
Commento
In apparenza sembra un racconto strano senza un gran significato. Che cosa c’entra tutto questo con la passione di Gesù? Se fate caso in questi primi passi del racconto della passione di Gesù noi abbiamo trovato un asino, delle foglie di palma, ora un fico e troveremo un orto di ulivi. Mi sono dato questa spiegazione: per narrare la grandiosità e la drammaticità della passione di Gesù non bastano le parole umane, bisogna chiamare a raccolta tutto il creato, bisogna dare voce all’intero universo. Lo vedremo meglio nel momento della croce come tutto il creato dirà che è successo qualcosa di straordinariamente drammatico e di unico. Qualcuno commenta questo episodio del fico come un maledizione su Gerusalemme che non aveva accolto il messia. Io non ne sono molto convinto. Gesù è solo l’uomo delle benedizioni e non delle maledizioni. Io lo spiego così: l’albero di fico era l’albero dove, secondo i rabbini, il devoto si fermava a meditare la torah che era dolce come il sapore di un fico. Se questa pianta ha perso il suo dolce sapore vuol dire che la torah, la legge ha perso la sua profezia. E quindi è come seccata. Gesù introdurrà una nuova legge che non è una legge, ma è la vita: introdurrà la grazia e il fico potrà tornare a produrre frutti buoni e l’uomo potrà tornare a meditare non più la legge, ma la grazia
Preghiamo
Preghiamo per la pace
Mi colpisce un Gesù che ha fame, e che cerca frutto dove non c’è ancora la stagione. Mi fa pensare al suo essere uomo,
Il fico come simbolo nel particolare della Torah, essa come il Vangelo dovrebbe dare frutto senza guardare che stagione, se diventa solo una legge, perde sapore e non dà frutto. Aiutami Signore a non vivere per legge, per norme ma per amore un’accorata e nuova preghiera per la pace.
Sembrano parole di stizza, quelle pronunciate da Gesù al fico. Devono avere pure un altro significato. Allora una dolcezza mancata, un nutrimento mancato, una Torah che perde il proprio valore perché divenuta sterile, aiutano a capire la frustrazione di Gesù. Quando anche le nostre vite restano vuote di significato e sterili, che ne fai di noi, Signore?
Continuiamo a pregare per questa improbabile pace, che sembra essere sempre più lontana in una sterilità di impegni e di interessi.