Mentre vado in macchina verso il villaggio Gabrieli come ogni mattina per lamessa, mi sento le prime notizie del giorno su radio popolare. Poche parole, ma inquadrano il giorno. sulla via Serassi vedo gli operai che vanno al lavoro al corus live e li saluto e loro mi salutano. Ci vediamo tutte le mattine per pochi secondi ma ci auguriamo buon lavoro con un gesto della mano, non ci conosciamo ma è giusto così. Buon lavoro. è ancora buio e sulla via Gavazzeni compare la luna. Mi sembra luna piena o quasi. Anche qui è un attimo, poi scompare dietro i tetti delle case. Vorrei tornare indietro per gustare questa luna, ma poi arrivo tardi a messa. Era luna oscurata da qualche nuvola. La luna è la lampada che illumina la notte e che poi lascia il posto al sole, la luce maggiore. Intanto incominciano ad affollarsi i pensieri per le cose che dovrò fare in giornata. Cerco di cacciare via tutto e di stare un attimo con la visione della luna un po’ scura. Sono arrivato, devo concentrarmi per la messa e per le parole che devo dire nel breve pensiero. Ma la luna scura mi ritorna nella mente e nel cuore, mi resterà dentro per tutta la giornata, ne sono sicuro. Accenno una bozza di salmodia con la luna. Nella mia angoscia ho gridato al Signore… egli mi ha risposto. Io sono per la pace, ma essi appena parlo sono per la guerra. È un verso di uno dei canti delle salite, che il popolo cantava mentre saliva a Gerusalemme per le feste. Si sale cantando invocando la pace, ma con l’angoscia nel cuore perché, mentre parlo, loro sono per la guerra. Fin dal mattino o Dio, fin dal mattino o Dio ti cerco e cerco la tua pace. Saluto con un saluto di pace chi va al lavoro, stringo la pace durante la messa e poi mi immergo nel lavoro e la pace a volte svanisce. Che ci accompagni la luna, luce di pace per la notte, che ci accompagni il sole, luce di pace per il giorno. ed io grido a te nella mia angoscia: sii tu la nostra pace