lettera di natale 1

in questi giorni come pensiero troverete la lettera di natale a Gesù Bambino che di solito scrivo e poi leggo alla messa di mezzanotte. ecco il primo pezzo

Caro Gesù Bambino

È la trentottesima lettera che ti scrivo da quando sono prete, una per ogni notte di Natale. Ma ti garantisco che questa è la più difficile di tutte. non voglio cadere nella retorica del vogliamoci bene in queste giorni, perché non è vero che ci sarùà quel sentor del volerci più bene. Non voglio nemmeno cadere nel pessimismo più nero del, tanto qui non cambia niente, perché questo è un modo poco simpatico e men che meno evangelico di afferrare gli auguri di Natale.  E non voglio nemmeno fare la solita tirata sul consumo, spreco e tutto quello che gira intorno a sta roba. ci sarà anhe questo, ma poi quache personaggio famoso troverà la battuta: daremo lo scarto in beneficienza ai poveri. Sarà un Natale faticoso. Di violenza, di guerra di incertezze, ma comunque natale sarà. Il vangelo, il Signore Gesù, va ben oltre tutto questo, cerca varchi di luce, spiragli di speranza, non si ferma alla lamentela, alla critica, al tutto scontato, al si è sempre fatto così. Il vangelo non si ferma a luci, addobbi, pranzi e via dicendo. Il vangelo prende tutto questo e rilancia oltre. Mi spinge, ci spinge ad andare oltre queste cose, che possono avere un senso, ma che non sono il senso della vita. il vangelo cerca di arrivare alla questione fondamentale, il vangelo cerca di arrivare al cuore della vita, che è poi la questione dell’amore vicendevole.