le 10,30

di | 3 Ottobre 2023

10.30 è di rito. Pausa caffè e qualche biscotto. Il nostro Carlo è l’artefice del caffè. Lo prepara con cura e poi chiama tutti, ma proprio tutti. Ogni tanto io mi arrabbio un po’ e dico: lascia stare, arriveranno. Ma Carlo non molla. Se non c’è Carlo ci organizziamo tra di noi. Ma le 10.30 sono le 10.30 e non si può rinunciare al rito del caffè. Rischiamo di perdere un sacco di tempo. Si incomincia a parlare di tutto e alla fine il tempo passa. Ma le 10.30 sono le 10.30. Da un giorno abbiamo aggiunto una variante: dopo il caffè uno lancia una parola, un piccolo scritto, una poesia breve o altro di simile e ciascuno prova a lanciare il suo pensiero al riguardo. Un breve istante e poi via al lavoro. quasi un momento di riflessione silenziosa. Su questa pausa delle 10.30 faccio due considerazioni. La prima: non è sufficiente dire facciamo pausa, forse è il caso di riempire una pausa di un accenno semplice a qualcosa che sa di vita. una pausa non riflessiva, non costruttiva, ma una pausa amicale. La seconda questione è che io ho bisogno di una pausa prolungata, lunga che mi svuota il cervello di tutto. Vado al mare? Vado in montagna? Sto da solo? Ma il cervello non fa pausa, continua a macinare pensieri, preoccupazioni e casini vari. Per la mia testa non c’è la pausa delle 10,30. Fino a quando non ho risolto il casino si va avanti all’infinito. Nemmeno la notte a volte diventa pausa. Forse a volte mi basta, chiamiamola così,  una semplice pausa amicale, un ristoro tra amici. È vero che anche in questo caso il cervello non si ferma. Posso essere a tavola con degli amici, al bar con amici e  birra, ma il cervello non si ferma. Però serve questa pausa amicale. Sono le 10,30 Carlo ci richiama alla pausa, arrivo vedo il caffè e dico: oggi non lo bevo: poi aggiungo se ne avanza uno lo bevo, e poi alla fine lo bevo. Così è la mia testa: mi dico: adesso mi calmo e poi un attimo dopo riprendo a macinare i pensieri incasinati. Per la mia testa non c’è il rito della pausa delle 10,30, c’è se solo un piccolo rito di pausa amicale.

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