Siamo cielo, terra e mare e siamo pieni di essere viventi. Di tutti i tipi, di tutte le specie, essere viventi che brulicano, che volano. Abbiamo riempito la terra, il cielo e il mare. Siamo un’infinita schiera di esseri, con migliaia di nomi diversi, o meglio, milioni di nomi diversi. Lungo la storia l’uomo, tanti di noi li ha addomesticati e ci ha usato per tutto, per cibo, per trasporto, per farne delle pelli, per farne attrezzi, per averci in casa come compagnia. Ma fino a un po’ di tempo fa l’uomo ci ha sempre rispettati. Ora in tantissimi di noi rischiamo l’estinzione. Siamo definiti specie in via di estinzione e anche se ci proteggono siamo proprio messi male. Oggi ci danno la caccia per gioco, almeno una volta lo si faceva per fame. Oggi per gioco. Ritengo che oggi possiamo parlare di una “maledizione dell’abbondanza” so che è una parola dura. Ma in troppi ci vogliono in abbondanza e poi stanchi ci buttano. Essere viventi ingabbiati nelle case, messi sulle tavole e poi scartati quando l’uomo ne è sazio. Maledizione dell’abbondanza sono tutti quegli allevamenti intensivi di cielo, di terra e del mare dove veniamo accalcati in numeri infiniti, nutriti fino all’ingozzo e poi diventiamo carne da mangiare e di buttarne il suo scarto. La ricchezza, l’abbondanza che in sé è anche cosa buona, per noi esseri viventi che popoliamo la terra, il cielo e il mare è diventata la nostra disfatta, la nostra sciagura. Vorremmo donarci a chi non ha cibo, vorremmo rimanere con chi si prende cura di noi. Non ci piace finire in quelle case dove siamo trattati come bambini da viziare; ci piace vivere la dove c’è un cortile aperto, dove c’è una casa che ci lascia esseri viventi del cielo, della terra e del mare. Non ci piace quando veniamo addomesticati al punto che se l’umano alza un dito noi ci alziamo, se abbassa un dito noi ci abbassiamo. Vorremmo rimanere liberi e sereni e affezionati, ma non addomesticati, che poi vuol dire domestico di casa. e ci piace quando qualcuno la sera o in pieno giorno ci vede passare nel cielo e ci guarda ammirato e allora noi facciamo i voli più belli. Ci piace quando qualcuno ci vede attraversare il prato e ci racconta sopra una favola. E ci piace filare via veloci nel mare senza il pericolo di una rete che ci imbriglia. Io sono un essere vivente di terra, mi chiamo Faraone, sono un gatto, e mi godo un bellissimo spazio, ogni tanto mi faccio coccolare e poi me ne vado in giro, tanto dietro quella porta di casa al numero 22 c’è un sacco di gente che non vuole addomesticami, ma semplicemente mi vuole bene ed io voglio bene a loro.