giovedì 5 dicembre

2 Cor. 11,16-21

16 Lo dico di nuovo: nessuno mi consideri come un pazzo, o se no ritenetemi pure come un pazzo, perché possa anch’io vantarmi un poco. 17 Quello che dico, però, non lo dico secondo il Signore, ma come da stolto, nella fiducia che ho di potermi vantare. 18 Dal momento che molti si vantano da un punto di vista umano, mi vanterò anch’io. 19 Infatti voi, che pur siete saggi, sopportate facilmente gli stolti. 20 In realtà sopportate chi vi riduce in servitù, chi vi divora, chi vi sfrutta, chi è arrogante, chi vi colpisce in faccia. 21 Lo dico con vergogna; come siamo stati deboli! Però in quello in cui qualcuno osa vantarsi, lo dico da stolto, oso vantarmi anch’io.

Commento

Forse il vero tema di questa presa di posizione così dura da parte di Paolo nei confronti della comunità di Corinto sta anche nel fatto che è preoccupato di come  alla fine tutti si possono ridurre a seguire non più il vangelo di Cristo, ma la falsa dottrina che viene annunciata dai falsi apostoli. Paolo non poteva tacere, perché si rendeva conto del rischio che stavano correndo i cristiani di Corinto, qualora avessero dato credito alle ingiurie diffuse contro di lui. Potevano giungere perfino a rifiutare il Vangelo da lui annunziato. Ritorna sul tema del vanto. Paolo sa bene di come il vanto è parola molto contraddittoria. Il vero vanto sta nel Signore Gesù, ma vista la difficile situazione di Corinto egli non ha paura di essere considerato un insensato, uno che a suo modo si vanta pure lui. egli davanti ai Corinti gioca di anticipo, si considera pazzo e insensato, mette in evidenza tutta la sua fragilità, la sua debolezza. In questo modo lui può dire a quelli di Corinto che loro sono quelli che tollerano i falsi apostoli e sono coloro che ne accettano la dottrina. Paolo dichiarandosi folle nel nome del Signore rimane al di fuori di chi invece pensandosi saggio alla fine accetta la fala dottrina.

Preghiamo

Preghiamo per Davide