giovedì 27 aprile

di | 26 Aprile 2023

1 Pietro 2,18-25

Domestici, state sottomessi con profondo rispetto ai vostri padroni, non solo a quelli buoni e miti, ma anche a quelli prepotenti. 19Questa è grazia: subire afflizioni, soffrendo ingiustamente a causa della conoscenza di Dio; 20che gloria sarebbe, infatti, sopportare di essere percossi quando si è colpevoli? Ma se, facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. A questo infatti siete stati chiamati, perché
anche Cristo patì per voi,
lasciandovi un esempio,
perché ne seguiate le orme:
22egli non commise peccato
e non si trovò inganno sulla sua bocca
;23insultato, non rispondeva con insulti,
maltrattato, non minacciava vendetta,
ma si affidava a colui
che giudica con giustizia.
24 Egli portò i nostri peccati nel suo corpo
sul legno della croce,
perché, non vivendo più per il peccato,
vivessimo per la giustizia;
dalle sue piaghe siete stati guariti.25Eravate erranti come pecore,ma ora siete stati ricondotti
al pastore e custode delle vostre anime.

Commento

Anche in questo testo sembra che ci sia come una forma di incitamento a stare sottomessi. In questo caso si parla dei domestici che devono essere sottomessi ai loro padroni. È chiaro che questi testi risentono della morale del tempo che prevedeva questo tipo di sottomissione. Dobbiamo dire che i cristiani dentro l’impero romano venivano guardati con diffidenza per il loro stile di vita originale, diverso da tutti. venivano guardati con sospetto e spesso calunniati come malfattori poiché  risultavano come elementi “estranei”, quindi la loro condotta oltre che ad essere ispirata ai principi del Vangelo e della vita nuova in Cristo, doveva essere manifestamente retta ed onesta, per mostrare a tutti che questa nuova religione non portava alcun danno alla vita sociale. Pietro parla dunque dell’atteggiamento verso le autorità e verso i padroni, per coloro che ancora erano schiavi. Nei versetti che seguono, la lettura di oggi, egli dà le motivazioni teologiche dell’atteggiamento mite e sottomesso che egli suggerisce: essi devono seguire l’insegnamento di Cristo. La sofferenza ingiusta diventa una vocazione, un modo privilegiato di seguire l’esempio di Cristo Anche lui sopportò una sofferenza ingiusta, per riscattare i peccatori dal male e dalla morte. Con questo ci ha lasciato un esempio. Non tutte le sofferenze possono essere evitate, ma se le sopportiamo come le ha sopportate Gesù, seguiamo il suo esempio e le sofferenze possono diventare motivo di riscatto. È chiaro che questo non basta, per esempio bisogna arrivare alla denuncia del male, per esempio della schiavitù.

Preghiamo

Preghiamo per Massimo

Un pensiero su “giovedì 27 aprile

  1. srAlida

    Preghiamo per Massimo. Per quanti si affidano nella loro sofferenza alla nostra preghiera.

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