giovedì 24 ottobre

Rom. 16,25-27

25 A colui che può fortificarvi secondo il mio vangelo e il messaggio di Gesù Cristo, conformemente alla rivelazione del mistero che fu tenuto nascosto fin dai tempi più remoti, 26 ma che ora è rivelato e reso noto mediante le Scritture profetiche, per ordine dell’eterno Dio, a tutte le nazioni perché ubbidiscano alla fede, 27 a Dio, unico in saggezza, per mezzo di Gesù Cristo sia la gloria in eterno.
Amen.

Commento

Ed ecco le ultime righe di questa lunga lettera, la lettera ai Romani. Le parole finale sono un invito forte a rimanere nel vangelo così come lo ha proclamato Gesù Cristo. Paolo parla di obbedienza alla fede. Questa obbedienza alla fede è la capacità di credere alla grazia del Signore che salva l’uomo e tutto il creato. Mi sembra che questo è il significato del lungo percorso fatto da Paolo dentro queste parole: dalla legge alla grazia, dalla ragione che si ferma alla legge alla ragione che arriva alla fede. Interessante come questo percorso non è solo per qualcuno che ne può avere un privilegio, ma per tutti coloro che diventano obbedienti alla parola di grazia. Lascio come conclusione queste parole di Daniel Attinger un monaco di Bose che vive a Gerusalemme e che nel commentare la lettera ai romani così scrive: Andando avanti nella redazione di questo commento, mi sono accorto che Romani assomiglia alla Gerusalemme in cui vivo: più la si conosce, più appare impenetrabile, più si percepisce quanti sono i punti dei quali si dovrebbe dire: “Non li capisco”; attira e respinge nel contempo; ti affascina ma, allo stesso tempo, ti fa vedere quanto sei ancora uno straniero, la cui mentalità  mai corrisponderà alla sua mentalità.

Preghiamo

Preghiamo per la pace nel mondo