giovedì 24 marzo

di | 23 Marzo 2022

gen. 42,1-24

1 Giacobbe venne a sapere che in Egitto c’era grano; perciò disse ai figli: “Perché state a guardarvi l’un l’altro?”. 2E continuò: “Ecco, ho sentito dire che vi è grano in Egitto. Andate laggiù a comprarne per noi, perché viviamo e non moriamo”. 3Allora i dieci fratelli di Giuseppe scesero per acquistare il frumento dall’Egitto. 4Quanto a Beniamino, fratello di Giuseppe, Giacobbe non lo lasciò partire con i fratelli, perché diceva: “Che non gli debba succedere qualche disgrazia!”. 5Arrivarono dunque i figli d’Israele per acquistare il grano, in mezzo ad altri che pure erano venuti, perché nella terra di Canaan c’era la carestia.
6Giuseppe aveva autorità su quella terra e vendeva il grano a tutta la sua popolazione. Perciò i fratelli di Giuseppe vennero da lui e gli si prostrarono davanti con la faccia a terra. 7Giuseppe vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma fece l’estraneo verso di loro, parlò duramente e disse: “Da dove venite?”. Risposero: “Dalla terra di Canaan, per comprare viveri”. 8Giuseppe riconobbe dunque i fratelli, mentre essi non lo riconobbero. 9Allora Giuseppe si ricordò dei sogni che aveva avuto a loro riguardo e disse loro: “Voi siete spie! Voi siete venuti per vedere i punti indifesi del territorio!”. 10Gli risposero: “No, mio signore; i tuoi servi sono venuti per acquistare viveri. 11Noi siamo tutti figli di un solo uomo. Noi siamo sinceri. I tuoi servi non sono spie!”. 12Ma egli insistette: “No, voi siete venuti per vedere i punti indifesi del territorio!”. 13Allora essi dissero: “Dodici sono i tuoi servi; siamo fratelli, figli di un solo uomo, che abita nella terra di Canaan; ora il più giovane è presso nostro padre e uno non c’è più”. 14Giuseppe disse loro: “Le cose stanno come vi ho detto: voi siete spie! 15In questo modo sarete messi alla prova: per la vita del faraone, voi non uscirete di qui se non quando vi avrà raggiunto il vostro fratello più giovane. 16Mandate uno di voi a prendere il vostro fratello; voi rimarrete prigionieri. Saranno così messe alla prova le vostre parole, per sapere se la verità è dalla vostra parte. Se no, per la vita del faraone, voi siete spie!”. 17E li tenne in carcere per tre giorni.
18Il terzo giorno Giuseppe disse loro: “Fate questo e avrete salva la vita; io temo Dio! 19Se voi siete sinceri, uno di voi fratelli resti prigioniero nel vostro carcere e voi andate a portare il grano per la fame delle vostre case. 20Poi mi condurrete qui il vostro fratello più giovane. Così le vostre parole si dimostreranno vere e non morirete”. Essi annuirono. 21Si dissero allora l’un l’altro: “Certo su di noi grava la colpa nei riguardi di nostro fratello, perché abbiamo visto con quale angoscia ci supplicava e non lo abbiamo ascoltato. Per questo ci ha colpiti quest’angoscia”. 22Ruben prese a dir loro: “Non vi avevo detto io: “Non peccate contro il ragazzo”? Ma non mi avete dato ascolto. Ecco, ora ci viene domandato conto del suo sangue”. 23Non si accorgevano che Giuseppe li capiva, dato che tra lui e loro vi era l’interprete. 24Allora egli andò in disparte e pianse. Poi tornò e parlò con loro. Scelse tra loro Simeone e lo fece incatenare sotto i loro occhi.

Commento

Come tutte le storie che abbiamo narrato, anzi che sono narrate nella genesi, anche quella di Giuseppe conosce il tempo della riconciliazione. a causa della carestia Giacobbe manda i suoi figli in Egitto a comprare grano. Sapeva infatti che vi era un uomo che aveva organizzato così bene il suo stato che alla fine aveva grano in abbondanza. Ma non sapeva che era suo figlio Giuseppe. Comunque Giacobbe manda i suoi figli in Egitto a comprare il grano. Giuseppe riconosce i suoi fratelli. Ma lui non si fa riconoscere. La cosa interessante è il percorso che porta al riconoscimento reciproco e al perdono. Questa vicenda ci insegna che il perdono non è immediato. Richiede un lungo percorso, simboleggiato da tutto quanto ha fatto Giuseppe. Bisognerebbe avere molto tempo e molto spazio per scrivere tutto il percorso di riconciliazione. oggi vorrei solo sottolineare come Giuseppe vince quel desiderio interiore di vendicarsi dei fratelli. Non si lascia prendere dal rancore, ma nemmeno lascia correre le cose così in qualche modo. Egli costruisce passo dopo passo l’incontro e il riconoscimento con i fratelli. Lo costruisce consapevole che tutti devono arrivare in qualche modo a riconoscersi nelle proprie ferite. Quello che fa Giuseppe non è il far pesare ai fratelli quanto lui ha subito, ma il preparare il suo cuore e quello dei suoi fratelli ad un incontro vissuto nella pienezza della fraternità

Preghiamo

Preghiamo per tutti i fratelli e le sorelle.

2 pensieri su “giovedì 24 marzo

  1. Elena

    Quanto tempo e quanto lavoro richiedono un perdono, una riconciliazione, la ricostruzione di rapporti lacerati, feriti, soppressi. Mettiamo nelle mani del Padre ogni nostra risorsa e volontà perché porti buoni frutti e ristabilisca pienezza, dignità e pace tra i fratelli. Tutti i fratelli e tutte le sorelle del mondo…

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