Esodo 16,11-36
11 Il Signore disse a Mosè: 12 «Ho inteso la mormorazione degli Israeliti. Parla loro così: Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore vostro Dio». 13 Ora alla sera le quaglie salirono e coprirono l’accampamento; al mattino vi era uno strato di rugiada intorno all’accampamento. 14 Poi lo strato di rugiada svanì ed ecco sulla superficie del deserto vi era una cosa minuta e granulosa, minuta come è la brina sulla terra. 15 Gli Israeliti la videro e si dissero l’un l’altro: «Man hu: che cos’è?», perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: «È il pane che il Signore vi ha dato in cibo. 16 Ecco che cosa comanda il Signore: Raccoglietene quanto ciascuno può mangiarne, un omer a testa, secondo il numero delle persone con voi. Ne prenderete ciascuno per quelli della propria tenda». 17 Così fecero gli Israeliti. Ne raccolsero chi molto chi poco. 18 Si misurò con l’omer: colui che ne aveva preso di più, non ne aveva di troppo, colui che ne aveva preso di meno non ne mancava: avevano raccolto secondo quanto ciascuno poteva mangiarne. 19 Poi Mosè disse loro: «Nessuno ne faccia avanzare fino al mattino». 20 Essi non obbedirono a Mosè e alcuni ne conservarono fino al mattino; ma vi si generarono vermi e imputridì. Mosè si irritò contro di loro. 21 Essi dunque ne raccoglievano ogni mattina secondo quanto ciascuno mangiava; quando il sole cominciava a scaldare, si scioglieva. 22 Nel sesto giorno essi raccolsero il doppio di quel pane, due omer a testa. Allora tutti i principi della comunità vennero ad informare Mosè. 23 E disse loro: «È appunto ciò che ha detto il Signore: Domani è sabato, riposo assoluto consacrato al Signore. Ciò che avete da cuocere, cuocetelo; ciò che avete da bollire, bollitelo; quanto avanza, tenetelo in serbo fino a domani mattina». 24 Essi lo misero in serbo fino al mattino, come aveva ordinato Mosè, e non imputridì, né vi si trovarono vermi. 25 Disse Mosè: «Mangiatelo oggi, perché è sabato in onore del Signore: oggi non lo troverete nella campagna. 26 Sei giorni lo raccoglierete, ma il settimo giorno è sabato: non ve ne sarà». 27 Nel settimo giorno alcuni del popolo uscirono per raccoglierne, ma non ne trovarono. 28 Disse allora il Signore a Mosè: «Fino a quando rifiuterete di osservare i miei ordini e le mie leggi? 29 Vedete che il Signore vi ha dato il sabato! Per questo egli vi dà al sesto giorno il pane per due giorni. Restate ciascuno al proprio posto! Nel settimo giorno nessuno esca dal luogo dove si trova». 30 Il popolo dunque riposò nel settimo giorno. 31 La casa d’Israele la chiamò manna. Era simile al seme del coriandolo e bianca; aveva il sapore di una focaccia con miele. 32 Mosè disse: «Questo ha ordinato il Signore: Riempitene un omer e conservatelo per i vostri discendenti, perché vedano il pane che vi ho dato da mangiare nel deserto, quando vi ho fatti uscire dal paese d’Egitto». 33 Mosè disse quindi ad Aronne: «Prendi un’urna e mettici un omer completo di manna; deponila davanti al Signore e conservala per i vostri discendenti». 34 Secondo quanto il Signore aveva ordinato a Mosè, Aronne la depose per conservarla davanti alla Testimonianza. 35 Gli Israeliti mangiarono la manna per quarant’anni, fino al loro arrivo in una terra abitata, mangiarono cioè la manna finché furono arrivati ai confini del paese di Canaan. 36 L’omer è la decima parte di un efa.
Commento
Dio prende atto della mormorazione del popolo. Ascolta ancora una volta e agisce donando pane e quaglie. È così il Signore: il suo cuore è così amante dell’uomo che non può non ascoltarlo, non può non agire a sua favore. Questo modo di agire troverà il suo compimento nel nuovo testamento con la venuta di Gesù che mostrerà nelle sue parole, nel suo corpo e nelle sua azioni l’esteso spazio della misericordia di Dio. dei due alimenti, quello su cui si posa l’attenzione del testo è la mamma. Il significato della parola è che cosa è. Ma interessante che venga in qualche modo collegata alla rugiada che scende dal cielo. non si può non pensare al pane vero che discende dal cielo che è Gesù. se discende dal cielo è dono di Dio e come tale non va posseduto o conservato, proprio come la grazia di Dio che si dona ogni giorno a noi nella sua freschezza e novità. Abbiamo già detto ieri come il testo vuole anche regolamentare non tanto il dono di Dio, che non manca mai, ma l’uso attento e rispettoso del dono della manna. Tutti ne devono avere, tutti devono saziarsi! Magari fossimo capaci di considerare il dono di Dio del cibo come dono per tutti. Ecco perché in un tempo come il nostro è urgente capire come regolamentare l’uso del cibo per tutti. E per finire una parte della manna viene depositata davanti al Signore e conservata per i discendenti. Questo perché si custodisca per tutte le generazioni dei Figli d’Israele, la memoria della bontà di Dio con i padri che hanno camminato nel deserto per quarant’anni. Insieme alle tavole della legge, si deve conservare il grande dono di Dio: il Pane dal cielo!
Preghiamo
Anche se in ritardo facciamo gli auguri di buon compleanno ad Olga ed un bel grazie per quello che ogni giorno fa per il patronato.
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Mi è venuto subito in mente,leggendo l’esodo la frase vivere x mangiare o mangiare x vivere sia in senso letterato che profondo,spirituale..i. Tutto ciò mi fa riflettere..
B notte
Dio nel deserto dona al suo popolo il necessario per vivere ma ordina che il cibo non venga sprecato, da il giusto ne di piu ne di meno. Vuole che il suo popolo abbia fiducia di Lui e che Lo ascolti.E cio che fa con tutti noi , ma spesso mormoriamo e vogliamo il di piu senza ricordare che facciamo parte di un popolo e il Pane va condiviso con gli altri ci invita a uscire dalla logica di noi stessi per seguirlo insieme agli altri che condividono il cammino verso di Lui.Aiutaci Signore a non dimenticare la condivisione del cammino comune che ha un senso solo se e con Te e verso di Te senza sprecare cio che ci doni e conservandone la Tua memoria per le generazioni future.
Mi sonno rotta un ginocchio cadendo in vacanza e ne avro per molto, questo periodo di fermo forzato mi aiuto a crescere nella Tua Parola.
Ieri la Scrittura diceva: “Quando il Signore vi darà alla sera la carne da mangiare e alla mattina il pane a sazietà, sarà perché il Signore ha inteso le mormorazioni, con le quali mormorate contro di lui.” Esattamente all’opposto del modo più usuale di pensare e agire dell’uomo. Mi attacchi, mi provochi, mi insulti e io dovrei aiutarti???ma ciao! Il Signore non è centrato su di se, non se la prende personalmente, “prende su” noi, ci prende sul serio, sa leggere nelle nostre mormorazioni i nostri bisogni profondi, le nostre fatiche strutturali (in primis quella della fiducia piena in Lui), il nostro desiderio di vita vera e libera. Grazie Signore perché non ci lasci morire, non lasci morire le nostre speranze, ci nutri a sazietà, cioè in modo giusto e equilibrato per ognuno e per tutti! “Raccoglietene quanto ciascuno può mangiarne”: eccola qui la nostra dieta personalizzata! Per ognuno e per l’umanità! Grazie Signore perché tu non nausei come i surrogati della felicità di oggi, tu dai veramente gratis, tu veramente sazi, veramente disseti… Donaci la virtù della sobrietà.
Mi unisco alle vostre preghiere
Buona serata a tutti!
“Restate ciascuno al proprio posto” così dice il Signore. Quanto è facile cercare di fare sempre tutto a modo proprio. È nella durezza del nostro cuore questa prerogativa. Una riflessione sul cibo. Mi trovo negli Stati Uniti d’America, qui il cibo è prodotto e consumato e sprecato in una maniera inimmaginabile. A volte provo nausea nel vedere tutto questo. Ogni negozio straborda di cibi di ogni provenienza. Si mangia a tutte le ore. Ospite di amici mi sento dire che mangio poco. In effetti no. Mangio anche troppo e mi accorgo che il mio corpo ne soffre. Certo è bello condividere gusti e cibi con persone di culture diverse ed è bello mangiare in compagnia e amicizia. Ma molto spesso sono sola e giro per la città. Osservo e vedo tanta povertà proprio là dove c’è più abbondanza. Mi chiedo se tutto ciò che ogni giorno vien prodotto e non consumato poi viene dato ai poveri, che sono proprio tanti….Com’è ingiusto questo modo di consumare irrazionalmente. Nel mio girovagare quotidiano scopro sempre più l’essenziale della vita. E sono felice di ciò che ho , che è puro dono!
Signore, ricordaci la bellezza di una vita sobria e non consumistica, credo sia l’unico modo per ridistribuire equamente le risorse. ..Prego per una vita più spirituale e di senso.
Auguri Olga, che il Signore ti accompagni nella tua paziente presenza discreta. E ti dia pienezza!
Un abbraccio a tutti ed un grazie a chi aiuta don Sandro nel suo cammino (Agro-pastorale)
Ciao, Elena