Mc. 10,41-45
41 I dieci, udito ciò, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. 42 Ma Gesù, chiamatili a sé, disse loro: «Voi sapete che quelli che sono reputati prìncipi delle nazioni le signoreggiano e che i loro grandi le sottomettono al loro dominio. 43 Ma non è così tra di voi; anzi, chiunque vorrà essere grande fra voi, sarà vostro servitore; 44 e chiunque, tra di voi, vorrà essere primo sarà servo di tutti. 45 Poiché anche il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire, e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti».
Commento
Questo brano è il seguito del brano di ieri. Non voglio soffermarmi ancora sulla questione del potere e del servizio. Voglio invece soffermarmi su una parola: dare la vita in riscatto per molti. È la parola riscatto che mi interessa. Nella parola sacra ha un significato bellissimo, purtroppo una certa forma di catechesi e di dottrina ne ha snaturato il senso. Di fatto l’abbiamo intesa e spiegata come la teologia retributiva: il sangue di Gesù versato sulla croce è il prezzo, il riscatto da pagare a Dio Padre per perdonare un’umanità peccatrice. È stato così per molto tempo, ma è un pensiero che non mi convince. Nella parola sacra abbiamo almeno due esempi di riscatto: la parola usata è Goel (liberatore) Giobbe invoca il suo liberatore, colui che lo può riscattare dal suo dolore. Non c’è un riscatto da pagare, ma si invoca un Dio che libera dal dolore. E poi la storia di Rut, la straniera che trova in Booz, un ricco proprietario di terra il suo riscattatore, il suo liberatore, colui che riscatta la vita di Rut. E lo fa non con una cifra economica come si faceva con gli schiavi, ma lo fa per amore. Ti riscatto e ti libero perché ti amo veramente. Gesù è il nostro Goel-liberatore, lui per amore e solo per amore ci libera dal dolore e dal male. Questo modo di pensare Gesù liberatore è il modo che pensa che dentro ogni dolore ci può essere sempre una benedizione, donata per amore. Questo è il senso del riscatto per molti
Preghiamo
Preghiamo per Claudio
Riscatto è diverso da dono. Penso più al dono che al riscatto. Dono come libertà restituita, dono come amore incondizionato, non come sacrificio ma impiego di tempo e di risorse per l’altro. Penso alla donazione di rene. Il presidente del tribunale stilando il verbale voleva scrivere che il “sacrifico” era assolutamente gratuito e non a scopo di lucro. Ho chiesto fosse corretto, non si trattava di un sacrificio, ma di un dono. In questo senso sì, è stata riscattata la vita di mia sorella, tornata a vita nuova. Non un do ut desi, ma solo un do….
Prego con voi.
Mi sembra di capire che la parola riscatto vuol dire amore, diversamente non la comprendo. L’amore richiede sofferenza offerta, accogliere, perdere per vivere
l’essenziale. Essere servire, essere gratuiti. Mettersi nelle mani di Dio. Per Claudio e le intenzioni del nostro cuore preghiamo.
Grazie Elena per questa tua riflessione, e mi auguro che tua sorella stia meglio. Cerco sempre di spiegare ai miei figli l’importanza della donazione degli organi (a fine vita) ma non immagino neanche quanto possa essere ancora più coraggiosa e forte la possibilità di farlo in vita per un proprio caro, indubbiamente dovrebbe essere solo per dono, il sacrificio é una forma di dolore, il dono di amore.