
Ger. 51,25-43
25 «Eccomi a te, o montagna di distruzione», dice il SIGNORE;
«a te che distruggi tutta la terra!
Io stenderò la mia mano su di te,
ti rotolerò giù dalle rocce
e farò di te una montagna bruciata.
26 Da te non si trarrà più pietra angolare, né pietre da fondamenta;
ma tu sarai una desolazione perenne», dice il SIGNORE.
27 «Alzate una bandiera sulla terra,
suonate la tromba fra le nazioni,
preparate le nazioni contro di lei,
chiamate a raccolta contro di lei i regni d’Ararat, di Minni e d’Aschenaz,
costituite contro di lei dei generali,
fate avanzare i cavalli come locuste dalle ali ritte!
28 Preparate contro di lei le nazioni, i re di Media,
i suoi governatori, tutti i suoi magistrati
e tutti i paesi dei suoi domini.
29 La terra trema, è in doglie,
perché i disegni del SIGNORE contro Babilonia si effettuano:
di ridurre il paese di Babilonia in un deserto senza abitanti.
30 I prodi di Babilonia cessano di combattere;
se ne stanno nelle loro fortezze;
la loro bravura è venuta meno, sono come donne;
le sue abitazioni sono in fiamme,
le sbarre delle sue porte sono spezzate.
31 Un corriere incrocia l’altro,
un messaggero incrocia l’altro,
per annunciare al re di Babilonia
che la sua città è presa da ogni lato,
32 che i guadi sono occupati,
che le paludi sono in preda alle fiamme,
che gli uomini di guerra sono allibiti».
33 Poiché così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d’Israele:
«La figlia di Babilonia è come un’aia al tempo in cui la si trebbia;
ancora un poco, e verrà per lei il tempo della mietitura».
34 «Nabucodonosor, re di Babilonia, ci ha divorati, ci ha schiacciati,
ci ha posti là come un vaso vuoto;
ci ha inghiottiti come un dragone;
ha riempito il suo ventre con le nostre delizie,
ci ha cacciati via.
35 La violenza che mi è fatta e il tormento della mia carne ricadano su Babilonia!»,
dirà l’abitante di Sion.
«Il mio sangue ricada sugli abitanti di Caldea!»,
dirà Gerusalemme.
36 Perciò, così parla il SIGNORE:
«Ecco, io difenderò la tua causa
e farò la tua vendetta!
Io prosciugherò il suo mare,
disseccherò la sua sorgente.
37 Babilonia diventerà un mucchio di macerie, un covo di sciacalli,
un oggetto di stupore e di scherno,
un luogo senza abitanti.
38 Essi ruggiranno assieme come leoni,
grideranno come piccoli di leonesse.
39 Quando saranno riscaldati, darò loro da bere,
li ubriacherò perché stiano allegri,
e poi si addormentino di un sonno perenne e non si risveglino più»,
dice il SIGNORE.
40 «Io li farò scendere al macello come agnelli,
come montoni, come capri.
41 Come mai è stata presa Sesac,
ed è stata conquistata colei che era il vanto di tutta la terra?
Come mai Babilonia è diventata una desolazione, fra le nazioni?
42 Il mare è salito su Babilonia;
essa è stata coperta dal tumulto dei suoi flutti.
43 Le sue città sono diventate una desolazione,
una terra arida, un deserto,
un paese dove non abita più nessuno,
per dove non passa più nessun figlio d’uomo.
Commento
Forse in questi ultimi capitoli possiamo fare un discorso che esula un attimo dalle semplici categorie della storia come la vede Geremia, anche se il modo con cui Geremia interpreta la storia mi sembra interessante. Da sempre la religione fa i conti con il potere politico, con il potente di turno. A volte questo fare i conti vuol dire che la religione si sottomette alla forza del potere politico. Altre volte che la forza del potere politico usa la religione per arrivare ai suoi scopi e per finire a volte la religione diventa profezia contro il potere politico contro le ingiustizie e le violenze. Anche il cristianesimo ha vissuto della stessa questione. È stato vissuto come conquista o come tentazione; come fusione dei due poteri o come separazione; come messianismo religioso che porta al fanatismo o come laicità che esclude ogni riferimento religioso; come “braccio secolare; come ostacolo alla coerenza col vangelo o come servizio alla costruzione della civiltà dell’amore. Al di là della difficile soluzione di questo rapporto tra fede e politica, tra regni della terra e regno dei cieli, resta il messaggio scritto nel rotolo della Bibbia e affidato dai profeti alle acque tumultuose ed infide della storia umana: Babele non vincerà!
Preghiamo
Preghiamo per la chiesa
Al di là della difficile soluzione di questo rapporto tra fede e politica, tra regni della terra e regno dei cieli, resta il messaggio scritto nel rotolo della Bibbia e affidato dai profeti alle acque tumultuose ed infide della storia umana: Babele non vincerà! Ci aiuti lo stesso Spirito Santo a non far prevalere nulla sul Regno dei cielo e non viviamo solo delle cose che passano, per la chiesa preghiamo.