Noto in generale una cosa: le nostre organizzazioni o sono piene di giovani oppure sono piene di anziani. Difficilmente si trova una mescolanza tra queste due forme. Il salmo della bibbia canta così: giovani e vecchi si rallegreranno. A volte davvero vedo come un sogno. Io ho questo sogno: giovani e vecchi che insieme camminano insieme e si rallegrano di camminare insieme. forse uno dei temi è che i giovani possano vedere negli anziani la possibilità di rendere vivo i loro sogni e di non cadere solo in atteggiamenti che io chiamo di nostalgia, quegli atteggiamenti che dicono solo si è sempre fatto così. immagino questa segna: giovani e vecchi che piantano insieme un albero per il futuro, che provano a lavorare insieme su un’idea. Tempi e luoghi dove qualcuno accompagna i progetti degli altri e gli altri in qualche modo ascoltano i progetti degli altri. uno scambio reciproco e continuo di idee e di visioni del mondo. Credo che non è soltanto una questione di età, ma di anziani che troppe volte per motivi che sono perfettamente giustificabili mancano della giusta speranza e di conseguenza non riescono a dare speranza ai giovani. Questa mancanza di speranza è per i giovani la mancanza di prospettive per il futuro: lavoro, casa, affetti, ambiente. Il giovane si pone questa domanda: che cosa sarà di tutto questo. per l’anziano invece è come riconoscere che per certi versi quello che si è tentato di costruire anche con le migliori intenzioni non ha funzionato alla perfezione. E così quando i vecchi smettono di generare futuro, di generare speranza, anche i pochi giovani rimasti invecchiano dentro, vivono gli anni della giovinezza anagrafica come sacrificio non-libero, e il cielo di tutti si abbuia. Dobbiamo insieme giovani e anziani tornare a ripensare la speranza