Non c’è soltanto una cultura che vuole controllare tutto e che mette in atto principi di sicurità contro ogni principio di solidarietà e di relazioni umane da coltivare giorno dopo giorno. Lo abbiamo già detto: questo è il vero capitale umano da mettere in atto e da valorizzare: la relazione umana. C’è un altro tratto di questa società che rende difficile il mettere al centro la relazione umana come possibile guadagno e profitto autentico. Questo tratto ho trovato scritto che si chiama futuro piatto. Che cosa vuol dire? Prima di tutto è una terra piatta, non nel senso geografico sia chiaro, ma nel senso che le cui uniche dimensioni della vita e della terra sono quelle del dare e avere, del guadagno, del capitale. Così il futuro rimane piatto perché ancorato solo ad un dare e avere, non esistono altre dimensioni della vita umana. Partenendo da questo si apre un’altra questione legata a quella che chi studia di queste cose chiama futuro piatto. Si tratta della produzione di grandi quantità di cose non essenziali, ma effimere, fondate sul nulla. Se guardo solo a dare e avere, devo fare in modo di trafficare tutto quanto è effimero per stare proprio in questa logica. Tutto deve essere sostituito velocemente e allora tutto diventa effimero, velocemente transitorio. In questa logica il futuro è piatto, perché in questo continuo ricercare l’effimero tutto passa velocemente. Se penso ad un’opera antica come una cattedrale non aveva lo scopo di passare velocemente, ma di rimanere per sempre. Questo del per sempre non è un futuro piatto, ma un futuro solido che ha una forma, un volto, una storia. Il vero guadagno non sta in un futuro effimero che passa subito e si cambia velocemente, ma in un tempo che dura, un futuro che ha futuro solido. Anche questo elemento dice di un modo di pensare e agire nella relazione che non è effimera, ma duratura.