futuro 4

di | 20 Agosto 2020

Vorrei tentare di dare un senso quasi compiuto a queste mie strampalate riflessioni sul futuro. il senso non è quello di dare indicazioni per il futuro del mondo. Chi volete che sia io per dare indicazioni al mondo, non riesco quasi a dare indicazioni a me stesso! Però voglio ugualmente provare a sognare il futuro che piace a me e se qualcuno condivide queste mie idee, sogni e prospettive, ne sarò ben contento. Quindi ecco il futuro n° 4. Prendo spunto da un fatto biblico. Il diluvio universale e la figura di Noè che può essere benissimo descritto come il profeta Noè. Il profeta non è colui che predice il futuro, ma è colui che ha uno sguardo sapienziale sul mondo, ha lo stesso sguardo di Dio. E Noè è profeta perché ha avuto uno sguardo sapienziale, lo stesso sguardo di Dio sul suo mondo. Vi è come una tragedia universale che incombe sul mondo al tempo di Noè: un diluvio universale. Non stiamo vivendo anche noi un tempo di diluvio universale che incombe su tutta l’umanità e che non sappiamo come gestire? L’unico che ha uno sguardo vero, sapiente sul futuro è Noè. L’unico che ha avuto lo stesso sguardo di Dio di fronte al diluvio è stato Noè. Gli altri hanno continuato per la loro strada, ciascuno difendendo i proprio interessi personali e di corporazione. Come oggi del resto. Magari hanno anche preso un po’ in giro Noè per quello che stava facendo, costruire un’arca in cima ad una montagna. Fa un po’ sorridere no…. Eppure lui era profeta. Ed anche di questi giorni quante prese in giro per chi prova a pensare al futuro! Vorrei sottolineare due aspetti della profezia di Noè. Il primo è la modalità con cui Noè ha giocato la sua libertà. Non ha pensato a se, non ha pensato di salvare la propria pelle, fregandosene degli altri. La libertà per Noè non era quella possibilità di gestire la propria vita secondo i propri interessi e piaceri. La libertà non è stata per Noè faccio quello che mi piace. La libertà per lui è stata un atto di attenzione e di responsabilità verso il  mondo e l’uomo. Di fronte al diluvio ha giocato la sua libertà caricando sull’arca il maggior numero di persone e di animali possibili. Un atto di profonda solidarietà. Una libertà giocata a favore dell’altro e non per se stesso. Credo che costruire il futuro vuol dire avere il coraggio di giocare la propria libertà come un atto di solidarietà verso la terra e l’umanità. Per esempio, sappiamo che dobbiamo tornare alla normalità, ma tale normalità richiede che io possa essere il più possibile rispettoso dell’altro e quindi sto attento per quanto  riesco, non per quanto voglio, a come mi comporto in giro, al lavoro, nel divertimento. Una libertà che è scelta di solidarietà, dovrà essere anche per il futuro il motore che muove il lavoro, le associazioni, la chiesa. Faccio tutto quello che posso per salvare e garantire una vita buona al maggior numero di persone. Faccio quello che posso, che le mie capacità me lo consento. Non è più il tempo di fare quello che voglio e che mi piace. Questo, secondo è me è un profondo atto di saggezza e di gioco della libertà che salva il mondo. Non mi salvo da solo, ma mi salvo con gli altri. Il secondo gesto sapienziale e profetico è un atto che sfugge via nel racconto. Passato tutto, Noè come primo gesto simbolico fa questa cosa che il testo di Genesi descrive così:  I figli di Noè che uscirono dall’arca furono Sem, Cam e Iafet; Cam è il padre di Canaan. Questi tre sono i figli di Noè e da questi fu popolata tutta la terra. Ora Noè, coltivatore della terra, cominciò a piantare una vigna. Si Noè il primo gesto che compie dopo il diluvio, quando scende a terra è piantare una vigna. Sembra una cosa inutile ed invece è di una saggezza incredibile. Mi hanno detto che una vigna inizia a produrre uva 5 anni dopo che è stata piantata. Piantare una vigna è un investimento sul futuro. Noè non pensa all’immediato, ma guarda lontano, pensa 5 anni avanti. Progettare il futuro non vuol dire pensare alle ferie, che sono necessarie, ma avere uno sguardo lungo nel tempo. Vuol dire piantare vigne, cioè avere la saggezza di chi sa non solo programmare, ma pensare, dare senso al domani. E poi dopo la vite arriva l’uva e poi il vino. Arriva la possibilità di credere in un futuro che ha il sapore dolce dell’uva e il gusto allegro del vino. Noè è profeta perché crede in futuro nuovo e lo è pensa e lo pianta. Non ho piantato una vite a Rosciano, ma i ragazzi di Berbenno hanno piantato un piccolo ulivo. Lo guardo ogni giorno e mi domando se potrò vedere i frutti buoni in un futuro non troppo lontano. Dipenderà dalla saggezza, dalla responsabilità  e della cura di noi umani.

2 pensieri su “futuro 4

  1. se rita

    Bello questo sguardo su un futuro che possiamo e dobbiamo costruire oggi. Che ci sia data la saggezza di Noè.

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  2. sr Alida

    Mi attira questo sguardo di Dio sul mondo ,dagli ultimi esercizi e quasi una costante pensare a questo sguardo: come sapere di essere amata e perdonata ,così questo sguardo per ciascuno ,a questa scuola dovrei imparare così anche per la vera saggezza e libertà nel futuro ,come attenzione all’altro e al senso della vita ….a ciò che più conta ed è essenziale

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