fretta

di | 26 Giugno 2024

So che faccio tante così di fretta. So che faccio fatica ad entrare in profondità delle cose. Non perché non ne sono capace, ma perché il tempo mangia tutte le buone intenzioni di fare con calma, di entrare nella profondità delle cose. E’ così. Cerco di porre un rimedio, a volte funziona, altre volte no. Dipende da mille questioni e avvenimenti e faccende che capitano attorno a me e in me. E così come nella vita, succede anche nella mia preghiera. Troppe volte è fatta di fretta, di superficialità che nasce non dalla cattiva volontà, ma dalla fretta con cui faccio le cose. Un prete anziano mi ripete sempre: anche se è fatta di corsa, prega sempre ogni giorno. Questa può essere una buona intuizione: pregare sempre anche quando il tempo incalza e ci prende e ci fa andare di fretta. Ma accanto a questa intuizione ne vorrei metter un’altra: almeno quando c’è di mezzo la preghiera fai tutto con calma. Questo della fretta è uno dei grandi limiti della mia preghiera. Posso dire che c’è una buona fedeltà alla preghiera, ma devo certo ammettere che è fatta di corsa. Questa faccenda dell’andare di corsa produce almeno due effettivi negativi. Il primo è che non arrivo mai alla profondità della vita, alla profondità del mio cuore, alla profondità di un incontro quello con Dio. Il secondo è che non dedicando il tempo sufficiente è come se non mi allenassi mai all’arte della preghiera. O meglio mi alleno troppo poco e in maniera incostante. Questi sono alcuni dei tanti aspetti che non funzionano della mia preghiera. La fretta e la poca profondità. Ce ne sono ancora migliaia di difetti nella mia preghiera, ma ritengo che questi sono, in questo momento i temi quotidiani, con cui mi incontro e mi scontro con la mia preghiera quotidiana

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