filiera corta

di | 18 Luglio 2023

Si entra nell’orto e si resiste fino alle 11 poi basta, fra  troppo caldo.  Anche il gatto faraone va a cercarsi i luoghi più strani per stare un poco al fresco e rientra solo la sera, ancora cercando il fresco.. Non capisco come fanno a resistere tutto il giorno sotto il sole, muratori, artigiani, raccoglitori di verdura e frutta. Oppure come si resiste in questi giorni al cre, o ancora come vive un malato o un anziano che non ha l’aria condizionata. Non capisco davvero. Io faccio una gran fatica. Davvero ammiro tanto sacrificio di chi lavora in queste condizioni. Ma questa questione m impone un’ulteriore riflessione sul tema del dono. Io guardo queste persone che lavorano al caldo e penso al mio lavoro. e così la distanza tra loro e me si accorcia. non faccio la stessa fatica, ma capisco quella fatica, non mi espongo tutto il giorno al sole, ma capisco che tra me e loro quando sono al caldo dell’orto c’è come una vicinanza. Si riducono le distanze, si avvicinano le fatiche. Il dono è così: ha bisogno di una filiera corta; un dono non deve passare per tante mani. Questo dono me lo ha dato il mio amico e io te lo ridono. Non funziona così nel dono. È come se avessimo bisogno di una vicinanza stretta. Quando prendo una cosa al supermercato so che questa cosa ha fatto tanti passaggi e alla fine il suo valore si è come accresciuto. Quando penso al dono succede il contrario: questo ha più valore se fa un solo passaggio: dal donatore a chi riceve il dono. E’ come per il caldo: comprendo la fatica di chi lavora al caldo ad una sola condizione: quando io stesso sperimento anche solo in misura minima lo stesso caldo, quando non ci sono intermediari come la televisione che raccontano del caldo ed io me ne sto al fresco.  Il dono lo si comprende e lo si apprezza quando è un passaggio da cuore a cuore. Non posso dire ad un amico di far sapere all’altro amico che ha fatto un bel lavoro, il messaggio deve essere diretto e bello. Non posso chiedere a qualcuno di fare una dichiarazione di amore al mio posto, sperando che l’altro o l’altra possa comprendere. Devo offrire io le parole di amore all’altro. Un dono con filiera corta, senza passaggi intermedi. Penso che i social in generali funzionano da intermediari da me all’ altro e non c’è un dono di parole dirette. Ecco perché non amo molto i social. Devo dire che anche io non sempre sono in grado di accorciare la filiera del dono delle parole e mi servo di altri per far arrivare le mie parole. Ma quando arrivano attraverso altri hanno perso il loro valore.

Un pensiero su “filiera corta

  1. Sabrina

    Buonasera Don,
    anche io prediligo se possibile il contatto e confronto diretto tra due persone, ma é importante la condivisione in una famiglia o in un gruppo con rispetto e obiettivi comuni, senza sopraffazioni. Inoltre credo che la parola possa arrivare anche dai mezzi tecnologici e dalla scrittura, a volte anche con maggiore profondità che dal vivo, perché può essere riletta, assorbita e approfondita maggiormente. Se poi si parla d’amore e amicizia, l’intimità si condivide in presenza, nasce da uno scambio di sguardi, di complicità che si amplificano con la presenza fisica.
    Le tue parole arrivano al cuore, anche se fanno un giro lungo per arrivare da noi.

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