Ecco la seconda questione che si pone di fronte alla fame, lo spreco, l’avanzo che viene buttato. Unito allo scandalo per l’ingiustizia circa la fame fanno un mix micidiale di ingiustizia e povertà. Non voglio solo parlare di uno spreco che butta via. Già quello è immorale e indecente, ma secondo me c’è di più. c’è uno spreco di idee, di cultura, di possibilità sociali e economiche tra chi può permettersi tutto e chi non può permettersi niente. Ci sono rapporti sbagliati che creano lo spreco. Ci sono strutture economiche e sociali che il papa ha chiamato strutture di peccato che impediscono l’accesso alle risorse per tutti. Qualcuno vi accede in misura smisurata, qualcuno non vi accede proprio. Faccio due esempi. La scuola e la sanità. Qualcuno a questi due servizi fondamentali vi accede in maniera smisurata, semplicemente perché ha la possibilità per farlo, qualcuno invece non vi accede perché non ha nessuna possibilità. Ci stiamo accorgendo anche noi di cosa vuol dire una lista di attesa per un esame clinico. Mi pare che però continuiamo a dare fiducia a chi sta privatizzando la sanità. Torno alla fame: la fame diventa scandalo e spreco non perché è lo stato di vita di qualcuno: è nato in quel posto e avrà la fame, ma è frutto di una relazione sociale che non funziona. Lottare contro lo spreco e lo scandalo della fame vuol dire allora non soltanto mandare tanti aiuti, ma curare quei rapporti sbagliati da cui è nata e si mantiene la fame. Vuol dire creare condizioni economiche nuove, dignitose per tutti, vuol dire creare condizioni sociali capaci di garantire un minimo per tutti. Vuol dire anche una politica diversa, una politica che guarda al bene comune.