e se il discernimento?

E se il discernimento non è altro che la vita spirituale in atto? Dicevo in alcuni passaggi precedenti che la vita spirituale è semplicemente da vivere. Ritengo che l’atto di vivere la vita spirituale è l’atto che discernere, che comprende che cosa e come vivere tale vita. Non c’è altro che questo : un cammino, una vita spirituale che imparo ogni giorno a scegliere che cosa e come vivere. Non credo che mi posso spingere molto oltre. Riporto questo straordinario pensiero di Elie Wiesel: «E tu, Moshé, perché preghi»? «Prego il Dio che è in me di darmi la forza di potergli fare delle vere domande» eccola qua la vera azione spirituale e che produce discernimento e scelte e azione da realizzare. Prego Dio per potergli fare delle domande vere. Porre le domande vere è necessario per scuotere Dio che può dare risposte vere. Non voglio spingermi oltre nel mio ragionamento. Aggiungo solo questo: quante volte nella vita spirituale vago qua e là, senza mai arrivare al cuore del problema, senza mai arrivare alla domanda giusta. E allora ritengo che devo avere la forza di volontà di stare in quell’atteggiamento di continuo ascolto per arrivare a formulare la domanda vera per la mia vita. la domanda vera da porre al mio Dio. So quale è la domanda vera che in questo tempo di discernimento voglio rivolgere al mio Dio. Ma so anche che nel momento in cui formulerò la domanda al mio Dio alla fine lui risponderà. E allora ogni tanto preferisco tenere la domanda per me. Forse un po’ di paura, forse un po’ di codardia, forse la non decisione finale di affidarmi a Lui fino in fondo. Ma in questo modo la mia vita spirituale rimane come bloccata, ferma.